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Cistite interstiziale ricorrente: le soluzioni olistiche più efficaci per guarire
La cistite è un’infiammazione della vescica, generalmente di origine batterica, ma ne esiste anche una forma, detta interstiziale cronica, che è una cistite persistente, non legata a fattori infettivi, molto più rara, in cui l’infiammazione colpisce la parete vescicale. Il battere colpevole è l’escherichia coli, ma quali sono le cause? Come si può risolvere? Le risposte a queste e altre domande le trovi nell’articolo, assieme alle testimonianze di chi ha ritrovato il benessere grazie al Check up quantistico completo.
Ecco cosa ci raccontano Bianca e Antonella a proposito della loro esperienza.
Descrizione
In inverno basta un colpo di freddo, in estate un disordine intestinale, durante l’anno un rapporto sessuale, così in molte donne compare il fastidioso sintomo della cistite.
Brividi, bruciore urinario, ed impellenza nella minzione, quasi sempre costringono ad assumere l’antibiotico che solitamente risolve il problema contingente. Tuttavia, è stato osservato che ben un quarto delle donne che hanno avuto un episodio di cistite acuta, ne avranno poi in media tre all’anno. Il problema, al solito, non è tanto quello di curare la malattia acuta, ma di capirne le ragioni, per attuare quella efficace prevenzione che spesso porta poi ad una vera guarigione definitiva. Se quindi l’episodio isolato di cistite può essere sottovalutato, il ripetersi dei sintomi di infiammazione vescicale deve far sospettare un disordine di fondo. Sarà utile in questi casi valutare almeno tre aspetti di questa sintomatologia. Il primo è il batterio, oggetto della consueta terapia antibiotica, ma non sempre facilmente debellabile, soprattutto se di questa terapia si abusa inducendo la selezione di ceppi resistenti. Il germe in causa è solitamente l’Escherichia Coli, che normalmente alberga nel nostro intestino, svolgendo funzioni utili all’organismo.
Quali possono essere le cause
- Il primo caso: in caso di disbiosi intestinale, colite o infiammazioni gastroenteriche di varia natura, questo germe facilmente passa nella vescica, ove può determinare infiammazione e più in generale, sintomi cistici;
- il secondo caso: è la specifica risposta immunologica globale della persona.
Se per qualche ragione è deficitaria, potrà permettere una rapida proliferazione batterica. Si capisce pertanto come spesso la cistite compaia dopo momenti di stress che indeboliscono la reattività organica.
Esposizione al caldo e freddo eccessivo, rapporti sessuali conflittuali, problemi emotivi vari, sono tutte situazioni stressogene in cui la causa prima della cistite non va tanto cercata nel microbo, bensì nella situazione generale di salute psico-fisica dell’individuo.
- Il terzo fattore è la situazione locale. Normalmente l’urina é sterile e contiene fattori che inibiscono la crescita batterica. Inoltre la vescica secerne una specifica sostanza mucoide che protegge le sue pareti e rende difficoltosa l’adesione ed attecchimento dei germi. Vi sono delle specifiche caratteristiche individuali, congenite o acquisite, per cui in alcune persone la mucosa vescicale è più attaccabile. Dall’interazione di questi tre fattori scaturisce l’evento cistico, che avrà caratteristiche e gravità diverse a seconda del prevalere di uno di questi elementi predisponenti (come la cistite interstiziale).
Cistite semplice
E’ l’infiammazione acuta, occasionale e transitoria, di origine infettiva della vescica. E’ la forma più comune e ha in genere un decorso benigno, non vi è comparsa di ematuria. Talvolta può essere provocata dall’uso del catetere. Si sviluppa per via ascendente, cioè dalla vagina attraverso l’uretra verso la vescica, o discendente, cioè da organi infetti come il rene o l’intestino verso la vescica. Esiste una forma acuta e una cronica. La forma acuta insorge di solito all’improvviso, la caratteristica è uno stimolo doloroso seguito dall’emissione di poche gocce di urina, bruciore specialmente al termine della minzione, da piuria (emissione di urina contenente pus), e da ematuria (presenza di sangue nell’urina). Si accompagna a un senso di peso nella zona del basso addome, talvolta vi è febbre. L’urina può assumere un caratteristico odore di ammoniaca dovuto alla reazione chimica di alcuni batteri con l’urea. La forma cronica generalmente è determinata dall’evoluzione della forma acuta. I sintomi sono gli stessi della cistite acuta, ma meno intensi, più prolungati e con la tendenza a ripetersi.
Cistite emorragica
Come la cistite semplice, è un’infiammazione acuta della vescica di origine infettiva, e infatti viene considerata una forma di cistite semplice, però con lesioni che, rispetto alla patologia semplice, sono più avanzate e profonde; la cistite emorragica presenta infatti lesioni caratteristiche proprie, coinvolgendo i capillari della sotto-mucosa. Rispetto alla malattia nella forma semplice il range d’età dei soggetti coinvolti è più alto, spaziando tra i 15 e gli 80 anni, ma la malattia è meno comune, e rappresenta il dieci per cento di tutte le infezioni urinarie. La principale differenza con la cistite semplice è l’ematuria, cioè la presenza di urina mista a sangue. Tra le cause della cistite emorragica ci possono essere anche l’uso di determinati farmaci citotossici e l’esposizione a radiazioni ionizzanti.
Cistite ricorrente
La cistite ricorrente presenta le identiche caratteristiche della cistite comune, con una differenza fondamentale: se la patologia comune annovera tra i suoi aspetti quello dell’occasionalità, la ricorrente invece è caratterizzata dalla periodicità. Si è stabilito che tre episodi di cistite in un anno denotano che si è in presenza di un caso di patologia ricorrente, che si tratti di reinfezioni, che si verificano a distanza di settimane o mesi dalla terapia della malattia precedente, o recidive, che invece si manifestano entro pochi giorni.
Esiste un altra forma di cistite, che non ha niente a che fare con i batteri si chiama cistite interstiziale che cos’è
La Cistite Interstiziale (CI), denominata anche Sindrome Dolorosa della Vescica (Painful Bladder Syndrome -PBS), Sindrome del Dolore Vescicale (Bladder Pain Sindrome – BPS) o Sindrome della Ipersensitività Vescicale (Hypersensitive Bladder Syndrome – HBS), è una condizione che può diventare seriamente invalidante di infiammazione cronica dolorosa della parete vescicale, caratterizzata da dolore pelvico, pressione o disagio legato alla vescica associato a sintomi del basso tratto urinario come un persistente ed urgente bisogno di urinare da almeno sei settimane, in assenza di una comprovata infezione e di altre ovvie patologie. Il dolore può essere localizzato a livello vescicale, uretrale, vaginale, perineale, prostatico, testicolare, perianale, addominale e talvolta lombo-sacrale che può diffondersi fino agli arti inferiori. I sintomi possono essere presenti singolarmente o, nei casi più severi, anche contemporaneamente, possono essere intensi al punto da non regredire neppure con le terapie utilizzate normalmente per il dolore impedendo di poter avere una regolare vita relazionale, sessuale e lavorativa.
La Cistite Interstiziale può essere in alcuni pazienti una malattia specifica dell’organo (vescica) e in altri una malattia sistemica. La Cistite Interstiziale può essere estremamente invalidante. Inoltre, da uno studio condotto negli Stati Uniti su questa patologia, è emerso che i pazienti affetti da Cistite Interstiziale in stadio avanzato conducono una qualità di vita addirittura più difficile dei pazienti in dialisi. E’ pertanto indispensabile giungere il più tempestivamente possibile ad una diagnosi corretta che consenta la possibilità dell’instaurarsi di una adeguata terapia, prima che la progressione della Cistite Interstiziale provochi a livello della vescica un danno irreversibile.
Può colpire donne, uomini e bambini di tutte le età, razza e sesso anche se è più frequente nella donna in un rapporto di 5:1, rispetto al maschio. Si sospetta che queste stime siano molto al di sotto della realtà, perché nel maschio la Cistite Interstiziale può spesso essere scambiata per prostatite cronica o sindrome del dolore pelvico cronico. Dati statistici dimostrano che un paziente affetto da CI/PBS impiega una media di 5/7 anni dopo aver consultato almeno 4/5 specialisti tra ginecologi ed urologi prima di arrivare ad una diagnosi sentendosi spesso dire che tutto dipende dallo stress e che il problema è solo nella “loro testa”.
Quella che originariamente era considerata una malattia prevalentemente della vescica, è ora considerata una sindrome di dolore pelvico cronico che può iniziare come un processo patologico che parte dalla vescica nella maggior parte dei casi e che, se non adeguatamente trattata o se diagnosticata in estremo ritardo, si può sviluppare e trasformare in una malattia che nemmeno un intervento demolitivo di cistectomia riuscirebbe a risolvere.
La Cistite Interstiziale determina modificazioni strutturali a livello della parete di tale organo che comportano un progressivo deterioramento dell’attività vescicale fino ad una completa defunzionalizzazione, qualora non venga diagnosticata tempestivamente. Tale patologia si traduce in un quadro clinico progressivamente aggravantesi che ha inizio con i sintomi tipici di una cistite, che progressivamente incrementano la loro intensità con aumento della frequenza minzionale (fino a 80), urgenza ed intenso dolore vescicale sovrapubico che non risponde alle più comuni terapie farmacologiche. Si associa spesso a patologie come la Fibromialgia, la Sindrome della Stanchezza Cronica, la Sindrome dell’Intestino Irritabile, il morbo di Chron, la Vulvodinia, l’Emicrania, l’Endometriosi, la Sindrome di Sjogren, il Lupus Eritematoso, le Prostatiti Croniche, le Disfunzioni del Pavimento Pelvico. L’eziologia di tale malattia è ben lungi dall’essere chiarita e questo limita le possibilità terapeutiche sinora a disposizione. La Cistite Interstiziale è una malattia fortemente invalidante e sconosciuta alla maggior parte dei medici.
Prevenzione e alimentazione
L’alimentazione più indicata per la prevenzione in generale e per la cura delle cistiti ricorrenti è quella che controlla le intolleranze alimentari proprie della persona che ne sta soffrendo. Per la cistite acuta è indispensabile un apporto elevato d’acqua. Ci si deve obbligare a bere almeno due litri d’acqua, ma alla partenza della cistite, il fatto di bere un litro intero di acqua subito, nel giro di 15 minuti e di proseguire nella giornata forzandosi a bere quantità elevate di acqua, può spesso risolvere il problema senza bisogno di altri interventi.
Nei soggetti affetti da patologie legate all’urotelio, come per esempio la cistite cronica e interstiziale, la dieta riveste un ruolo importante: alcuni alimenti, infatti, possono contribuire a peggiorare i sintomi. Un’alimentazione corretta può aiutare a prevenire le infiammazioni tipiche della cistite cronica. La motivazione del peggioramento della sintomatologia è giustificata dal fatto che le sostanze tossiche vengono eliminate con l’urina e il contatto di queste con l’urotelio già compromesso scatena reazioni tipo bruciore e dolore ancora più intenso.
Alimenti da evitare
- latte e latticini: formaggi stagionati, panna acida, yoghurt;
- zuccheri;
- bevande alcoliche: birra, bibite gassate, caffè, the, succo di mirtilli neri, vino;
- frutta: agrumi, mirtilli neri, uva, pesche, ananas, prugne, melograno, fragole, succhi derivati da questi frutti, quasi tutta la frutta secca;
- verdure: fave, fagiolini, cipolle, pomodori;
- condimenti-spezie: maionese, cibi speziati, cibi etnici (cinesi, messicani, indiani, tailandesi), salsa di soia, aceto, cioccolata;
- carne e pesce: in scatola, essiccato, affumicato, acciughe, caviale.
Alcuni consigli per non cadere in depressione
Una dieta molto restrittiva in molti casi fa sentire chi la segue diverso, limitato, depresso e costantemente malato anche quando sta bene. La depressione abbassa la soglia del dolore e libera sostanze che diminuiscono le difese immunitarie favorendo l’infiammazione. Di conseguenza la dieta severa invece di prevenire l’infezione urinaria potrebbe addirittura favorirla. E’ importante quindi limitarsi all’eliminazione dei soli alimenti verso i quali si sia appurato il reale effetto irritante. Una dieta rigida inoltre, impedisce di apportare importanti nutrienti all’organismo già debilitato da lunghe terapie antibiotiche.
Ciò che degli alimenti può irritare è la presenza di ossalati ed il potenziale acidificante. Gli ossalati tendono ad aggregarsi (soprattutto in ambiente acido) formando cristalli di acido urico che possono graffiare le pareti uroteliali infiammando la vescica e provocando l’insorgenza di dolore. L’acidità in una vescica infiammata provoca il peggioramento immediato della sintomatologia (non provoca nulla invece se la vescica è sana).
Alimenti e sostanze generalmente tollerati
Cioccolata bianca, formaggi non stagionati (crescenza, mozzarella, Jocca, etc), altre verdure e pomodori di produzione propria, meloni, pere, cereali, pane (tranne quello di segale), pasta, patate, riso, carne, pesce, mandorle, anacardi, pinoli, caffè e te decaffeinati, aglio e i condimenti non riportati nella lista precedente.
(Questa lista si riduce in caso di eventuali intolleranze alimentari)
Come scoprire se ci sono e quali sono gli alimenti scatenanti?
Bisognerà partire da una dieta che preveda solo i cibi concessi per qualche settimana (vedi lista delle sostanze generalmente tollerate) e introdurre gradualmente e lentamente (uno alla settimana circa) tutti gli altri alimenti (vedi lista delle sostanze potenzialmente irritanti). Se l’introduzione di quella sostanza non incrementerà i sintomi la si potrà continuare a mangiare, viceversa se riappariranno o peggioreranno i fastidi si avrà la certezza che quel cibo è irritante.
Una volta individuati gli alimenti a rischio non è necessario eliminarli totalmente. Sicuramente bisognerà evitarli in fase acuta, quando cioè la vescica è infiammata e quindi molto sensibile ed irritabile. Passata questa fase, in base alla reazione individuale li si può mangiare in modo limitato. Talvolta è sufficiente diminuirne le quantità per non avere sintomi, in altri casi basta aumentare l’intervallo che passa tra un’assunzione e l’altra.
Due consigli per limitare il danno da un alimento scatenante
Assunzione di un alcalinizzante (bicarbonato di sodio o altro) e idratazione dopo il pasto. L’alcalinizzazione impedisce la formazione di cristalli di acido urico irritanti e toglie acidità alle urine. L’idratazione diluisce sia gli ossalati che l’acidità urinaria, inoltre consente una più rapida eliminazione dalla vescica delle sostanze irritanti.
L’importanza dell’equilibrio acido-basico
Le infezioni di cistite si vanno sempre più diffondendo in concomitanza con la crescita dell’acidosi dell’organismo. L’eccesso di acidità nel corpo comporta la nascita di una situazione che evolve verso la patologia su vari fronti e interessando vari organi e apparati.
Alcune persone non riescono a metabolizzare bene gli zuccheri andando incontro a sovrappeso e diabete, altri metabolizzano male le proteine e sviluppano malattie reumatiche o renali, altri non riescono a metabolizzare il sale creando così situazioni patologiche di ritenzione idrica, altri infine metabolizzano male gli acidi stessi assorbiti direttamente o formatisi nell’organismo.
Il disequilibrio acido-basico a favore dell’acidità è favorevole alla proliferazione delle micosi. Anche artrosi, sciatica, raffreddore cronico, depressione ecc. Sono malattie che talvolta possono essere ricondotte a un disequilibrio acido-base, ossia del “terreno”.
L’acidificazione dell’organismo (cioè l’accumulo di acidi in esso) non è tuttavia solo il risultato di un’alimentazione squilibrata, ma può derivare anche da altre cause.
Le soluzioni olistiche più efficaci per sconfiggerla
La soluzione più innovativa è senza alcun dubbio il check up di biorisonanza quantistica che ci consente di rilevare come funziona il nostro sistema circolatorio e linfatico, ma anche se il nostro metabolismo e lento tramite la misurazione dei parametri elettromagnetici e frequenziali del corpo umano, di conoscere lo stato di salute degli organi, dei sistemi (nervoso, linfatico, ecc.), di rilevare il livello di minerali, di vitamine, di funghi, di batteri, di virus, di rilevare intolleranze alimentari, allergie e molto altro ancora.
Leggi qui la testimonianza di Bianca e la testimonianza di Antonella.
La medicina quantistica e il check up di biorisonanza, cos'è e come funziona
Per intraprendere una spiegazione più puntuale e nello stesso tempo rivelatrice della materia ci serviamo di una testimonianza di un’intervista rilasciata nel 2005 dal massimo esperto del settore, il Prof. Piergiorgio Spaggiari, alla giornalista Claudia Bortolato, dal titolo: Esercizi di energia quantistica. Strumenti speciali, capaci di comunicare con le cellule, illuminante per capire come funziona la Medicina quantistica. Ma prima occorre fare una premessa ove il prof. Spaggiari, fisico e medico chirurgo, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera della Valtellina, spiega che:
"Il benessere (…) è’ una questione di oscillazioni elettromagnetiche “ordinate”. Esiste un codice di riconoscimento tra le biomolecole, come quello accertato, tra basi del DNA e aminoacidi, che implical’esistenza di un livello elettromagnetico della materia vivente che dialoga con il livello chimico, assicurando che il traffico delle molecole sia ben ordinato. Se questo “traffico” è armonico, ordinato per l’appunto, l’organismo è in salute. Al contrario, la malattia “nasce” all’origine, e può essere rilevata, come un disturbo della rete elettromagnetica di controllo del traffico molecolare e solo allo stadio finale, quando si manifesta con tutta la sua sequela di sintomi, dolori, diventa un’anomalia della struttura molecolare del corpo.”
Dunque, prosegue il Prof. Spaggiari:
“L’organismo si mantiene in equilibrio dinamico grazie ai messaggi che le cellule si scambiano costantemente tra loro sotto forma di segnali elettromagnetici estremamente deboli, a frequenza definita. E’ proprio di queste energie infinitamente piccole, che si occupa la medicina quantistica, forse la più futuristica tra le medicine complementari. La medicina quantistica così come la medicina bioenergetica, considera l’organismo alla stregua di un sistema risonante. Attraverso speciali strumenti diagnostici e terapeutici, si possono produrre variazioni quantiche di energia così sensibili da interagire con le ‘energie sottili’ del corpo, al fine di ripristinare l’equilibrio e lo stato di benessere. Con gli strumenti di medicina quantistica più avanzati è possibile rilevare i livelli di energia degli organi e lo stato di salute complessiva dell’organismo e, contemporaneamente, correggere eventuali anomalie energetiche riscontrate per impedire così, per quanto possibile, che la malattia possa successivamente manifestarsi a livello fisico-chimico. Ovviamente, sia in fase diagnostica, sia terapeutica, sopratutto in caso di malattie di una certa entità, questi strumenti non sostituiscono ma integrano eventuali test e cure farmacologiche convenzionali.”
Cosa vuol dire frequenza
Supponiamo – spiega Del Giudice, di avere una radio con l’antenna sintonizzata sulla frequenza di Londra. Sentiremo solo radio Londra, anche se radio Parigi, Zurigo e chissà quante altre sono più vicine. Perché siamo sintonizzati su radio Londra e non sulle altre. Ma se variamo la frequenza di oscillazione, perderemo radio Londra e passeremo all’ascolto di altre emittenti. Analogamente, se io cambio la frequenza di oscillazione del dominio di coerenza dell’acqua, cambio le molecole che si attraggono, ho la possibilità di intervenire negli scambi biochimici e nella fisiologia, posso trattare le patologie.
Noi siamo in buona salute quando le cellule del nostro organismo procedono regolarmente agli scambi biochimici governati dal dominio di coerenza dell’acqua.
Gli scambi avvengono perché c’è una differenza di potenziale, misurabile, tra la parete esterna e quella interna della cellula.
La malattia genericamente intesa si origina quando questo scambio si blocca. Gli “studi osservazionali” fatti da Spaggiari e autorizzati dalla Regione Lombardia hanno dimostrato che utilizzando campi elettromagnetici a bassissima intensità, modulati sulla persona, si può invertire il processo e ripristinare il corretto funzionamento cellulare.
Questa è la Medicina Quantistica che è già impegnata nel trattamento di edemi e infiammazioni, nella riparazione di tessuti. Ma anche come terapia di sostegno per i malati oncologici, in quanto riduce i radicali liberi provocati dalla chemioterapia, che creano disastri. E per dare risposte, ancora non risolutive, a malattie considerate senza speranza come la sclerosi multipla o il morbo di Parkinson.
La casistica c’è ma molto frammentata: ci sarebbe la necessità di raccoglierla e codificarla in qualche modo, per fornire base e strumenti di lavoro ai medici, oltre che di conoscenza per tutti.
I campi e le sindromi dove maggiormente viene impiegata
Squilibri del sistema neurovegetativo e stress con le sue manifestazioni, “somatizzazioni” del sistema digestivo (meteorismo, gastriti, cervicalgie muscolo-tensive…), cutaneo patologie croniche recidivanti, candidosi, cistite, sinusite, problemi da intossicazione da farmaci, fumo, alcool, problemi di invecchiamento e deterioramento psicofisico, patologie degenerative, in particolare dell’apparato osteoarticolare, artrosi, squilibri funzionali endocrini, dismenorrea, distiroidismi, etc.Il Test è uno screening indolore, non invasivo, in grado di controllare lo stato di salute psicofisico in modo così efficace e avanzato da individuare disturbi e squilibri latenti. Grazie al check up si può scoprire, in dettaglio, la o le cause del problema e definire un profilo completo sullo stato psicofisico che, tra le molte altre cose, rileva e tratta:
- intolleranze alimentari e allergie;
- problemi nutrizionali
- deficienze vitaminiche e minerali;
- virus, batteri, funghi e parassiti;
- disturbi emotivi, stress, ansia e traumi;
- disfunzioni ormonali;
- stato degli organi;
- tossicità e molto altro.
Rimedi naturali
Si può inoltre aiutare l’organismo con dei rimedi naturali, quelli che risultano i più adatti all’organismo e alla situazione della persona.
L’agopuntura senza aghi:la nutripuntura
Con la Nutripuntura ci poniamo l’obiettivo di fornire quelle informazioni che sono presenti nel corpo umano di ogni individuo già fin dalla nascita e che, per un motivo o un altro, si sono perse nel corso della vita di ognuno di noi.
Ecco dunque, noi facciamo in modo di nutrire nuovamente l’organismo umano offrendo appunto un nutrimento endocellulare, fornendo quindi quelle informazioni che ha perso.
La Nutripuntura si compone di 38 informazioni endocellulari, o mini-pasticche (assunte per via orale e da masticare secondo le sequenze stabilite per due-tre volte al giorno), e il compito affidatogli è proprio quello di fornire direttamente all’organo carente, o ad un settore specifico, le informazioni elettromagnetiche di cui prima e necessarie per attivare, o riattivare, l’autoregolazione naturale.
La loro efficacia, che è precisa come quella degli aghi in agopuntura – ecco perché si chiama Nutripuntura – è immediata per i settori e gli organi che si vogliono andare a sostenere.
L’originalità della Nutripuntura, che la distingue dall’omeo “patia” o dall’organo “terapia”, è che la sua azione non è contro un sintomo o una patologia, ma va a favore delle correnti che regolano la salute dell’organismo.
Favorendo il flusso di un meridiano permette di rinforzare in qualsiasi momento un settore in difficoltà, senza dover attendere un segnale d’allarme (patologia) da parte dell’organismo: agisce preventivamente a sostegno della vita cellulare.
Riequilibrio bioenergetico quantistico
Il risultato più importante si ottiene attraverso i riequilibri energetici con SCIO/GIOIABERTHA, che a seconda della situazione da riportare in equilibrio e del quadro generale della persona, sono consigliati una volta al mese almeno
i primi tre o quattro.
Dopo il riequilibrio e aver valutato i settori deboli dell’organismo, come carenze di vitamine o minerali, oppure eccessi, si procede al test dei rimedi naturali che rispondono al meglio alla persona, che come ho riscontrato risultano essere diversi da una persona ad un altra, anche se si tratta dello stesso problema.
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Bibliografia e altre fonti
- Patrick Vèret, Yvonne Parquer – giugno 2007, “Manuale di Nutripuntura” – Tecniche Nuove;
- Prof. Ivo Bianchi, 2011, “Manuale Pratico – medicina integrativa vol. 1”, Mos Maiorum Edizioni;
- Dott.ssa Catia Trevisani, 2010, curarsi con la Naturopatia 1 – Ed. Simo;
- Sito web www.aicionlus.org – associazione Italiana Cistite Interstiziale;
- Renzo Mazzaro maggio 2010, “Viviamo tutti sulla cresta dell’onda”, Ed. New Media;
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