Ipertensione arteriosa

Ipertensione arteriosa: perché è pericolosa e come tenerla sotto controllo

L’ipertensione arteriosa è uno dei principali e più insidiosi fattori che contribuiscono allo sviluppo delle malattie cardiovascolari, che sono la prima causa di morte ed invalidità nei paesi industrializzati. Quanto influisce l’alimentazione e lo stress? Come prevenire la prima causa di morte per infarto o ictus? Le risposte a queste domande le trovi in questo articolo.

Ipertensione, uno sforzo eccessivo del cuore

Una patologia sempre più diffusa, soprattutto tra la popolazione femminile. Oggi non si pone sufficiente attenzione a conoscerne le cause e prevenirla in quanto accade di frequente che le persone ignorino il proprio stato per assenza di sintomi evidenti; inoltre, siamo abituati ad associarla ai disturbi circolatori della terza età, invece è una patologia che può comparire anche molto precocemente. Vedremo come alla sua origine vi sia un aumento delle resistenze periferiche, che costringono il cuore a intensificare la sua contrazione per superare l’ostacolo; a lungo andare, questo sforzo eccessivo può provocare malattie cardiache o addirittura causare episodi vascolari cerebrali di una certa gravità (ictus) e infine problemi ai reni. Considereremo poi come l’origine emozionale sia una delle cause più frequenti e come alla base vi sia il risveglio e l’apertura del quarto chakra, quello del cuore, con un importante richiamo alla gioia.

Come funziona l’impianto “idraulico”

Per comprendere le origini dell’ipertensione è necessario avere ben chiaro il funzionamento della circolazione arteriosa che può essere paragonata a un recipiente pieno di liquido connesso con un tubo per l’afflusso e uno per l’efflusso. Il primo (il tubo di afflusso), è rappresentato dalla grande arteria aorta, attraverso il quale il cuore pompa il sangue all’interno del recipiente; il secondo, da tutte quelle piccole arterie (arteriole) attraverso le quali il sangue esce dal sistema e si porta ai tessuti. Ovviamente, variazioni della pompa del cuore o del calibro delle arteriole possono modificare la pressione all’interno del recipiente. Se questo è lo schema della circolazione arteriosa, la pressione sanguigna è data dalla velocità e dalla spinta che il sangue circolante, pompato dal cuore, esercita sulle pareti dei vasi sanguigni per raggiungere tutti i distretti corporei. In definitiva, il cuore funziona come una pompa a intermittenza, dove le sistole (contrazione del cuore) si alternano alle diastole (rilasciamento), la cosiddetta massima. Tra un battito e l’altro il cuore si rilascia e la pressione scende. Questo valore più basso è la pressione “diastolica” detta minima.

Ipertensione che cos’è

L’ipertensione arteriosa è una condizione morbosa, caratterizzata da un aumento dei valori della pressione arteriosa sistolica o massima (rilevabile durante la sistole che è la fase di contrazione del cuore) e della pressione diastolica o minima (determinata dalla fase di riposo o rilasciamento del muscolo cardiaco). L’ipertensione può essere pericolosa, perché il cuore deve sostenere uno sforzo superiore alla normalità e, se è prolungato, può portare ad un ingrossamento del cuore stesso. Inoltre, il sangue che scorre nei vasi con una pressione elevata li sottopone ad una eccessiva usura e può danneggiarli gravemente, coinvolgendo in questa situazione anche tessuti e organi irrorati dai vasi colpiti, in particolare cuore, cervello, reni e occhi.

Classifica dei valori pressori, secondo l’organizzazione mondiale della sanità

Si parla di ipertensione sistolica quando i valori superano i 140 mm Hg e di ipertensione diastolica quando superano i 90 mm Hg, casi molto comuni con l’aumentare dell’età, quando la pressione tende a salire a causa della riduzione dell’elasticità dei vasi.

Ipertensione secondaria

Si parla di ipertensione secondaria quando la causa della condizione è nota e questo si verifica nel 25-30% dei casi. L’ipertensione può essere una conseguenza di patologie endocrine, di difetti enzimatici surrenali, di problemi vascolari, come una stenosi, cioè un restringimento, dell’aorta e di patologie renali.

Terapia

La terapia di questo tipo di ipertensione si basa sulla valutazione e sulla risoluzione della causa, che talvolta può essere anche chirurgica. Nella maggior parte dei casi l’ipertensione secondaria viene guarita dopo che la causa è stata scoperta e risolta. Criterio fondamentale è quello di portare la pressione a valori vicini il più possibile a quelli normali e questo è spesso possibile con la terapia medica che si avvale di farmaci con diversi meccanismi ipotensivi efficaci e ben tollerati.

Ipertensione essenziale

L’ipertensione detta essenziale ha un’origine sconosciuta ed è molto frequente: quasi il 90% degli ipertesi soffre di questo tipo di ipertensione. Numerosi fattori sono certamente importanti nella manifestazione dell’ipertensione essenziale, per esempio l’ereditarietà, la razza, la dieta, il regime di vita, l’età. Spesso l’invecchiamento è accompagnato da ipertensione anche nei soggetti che non hanno mai avuto precedentemente il problema o che addirittura in gioventù avevano il problema opposto.

Manifestazioni

Inizialmente l’ipertensione essenziale può manifestarsi con un aumento più o meno spiccato della pressione arteriosa non accompagnato da sintomi, tanto che il paziente può non accusare nessun disturbo e non accorgersene. Importante, quindi, è la misurazione della pressione periodicamente, specialmente ad una certa età, oppure quando si manifestano i primi leggeri sintomi di cefalea, astenia, cioè stanchezza fisica e intellettuale, nervosismo, insonnia, vertigini, ronzii. Con il tempo e quando non è curata, l’ipertensione può causare problemi al cuore (angina, infarto, scompenso cardiaco), insufficienza vascolare cerebrale o renale con anomalie ematiche rilevabili in laboratorio, epistassi, offuscamento della vista (da retinopatia), aneurisma dell’aorta.

Terapia

L’ipertensione essenziale può essere curata, ma non guarita. La terapia medica è molto efficace, se seguita con attenzione e costanza, e riduce significativamente il problema ed eventuali complicazioni mantenendo la pressione a livelli accettabili, ma se si sospendono i medicinali l’ipertensione tende inevitabilmente a ripresentarsi. La decisione di trattare i pazienti con ipertensione non dovrebbe basarsi soltanto sul livello della pressione arteriosa, ma anche sulla presenza di altri fattori di rischio, di malattie concomitanti, di danno d’organo, di malattie cardiovascolari o renali, nonché di caratteristiche o elementi personali, medici e sociali inerenti il paziente. Si deve prendere in considerazione l’età, il sesso, il fumo, il diabete, la colesterolemia, la storia familiare di pregresse malattie cardiovascolari in età precoce, il danno d’organo e la storia di pregresse malattie cardiovascolari o renali.

Considerazioni importanti

All’origine di questa diffusa patologia può esservi una predisposizione genetica, l’uso di contraccettivi orali, l’impiego di farmaci a base di ormoni, il fumo, la vita sedentaria, l’obesità, fattori psicologici e stress. In realtà, i fattori dietetici sono molto importanti nell’insorgenza dell’ipertensione, esiste uno stretto rapporto tra pressione arteriosa e alimentazione.

Senza dubbio l’introduzione di eccessive quantità di cibo, e quindi un consumo elevato di calorie, causando sovrappeso, predispone all’ipertensione per compressione e costrizione della circolazione periferica con comparsa di gonfiore e pesantezza agli arti inferiori. La riduzione del peso è dunque una forma fondamentale di profilassi per contenere l’ipertensione nei soggetti obesi o in sovrappeso. Anzi, esiste un legame molto stretto con le abitudini alimentari, essendo una delle patologie più associate alla “dieta occidentale”.

Popolazioni con un diverso regime di vita in Oriente, Brasile o Africa non soffrono di ipertensione, e non fanno registrare un aumento della pressione sanguigna neanche tra gli anziani. Quando invece, gli individui appartenenti a queste popolazioni si trasferiscono in paesi “più civilizzati”, adottandone il regime alimentare, cominciano anch’essi a soffrire di ipertensione, pur rimanendo invariati i fattori razziali. E’ stato notato che a soffrire maggiormente di ipertensione sono gli individui il cui regime alimentare è a base di cibi raffinati e zuccheri, ricco di grassi saturi e povero di acidi grassi essenziali, calcio, magnesio, vitamina C e con rapporto sodio/potassio elevato.

Ridurre il sodio è il primo passo

Molti studi hanno dimostrato come un’alimentazione scarsa di potassio e ricca di sodio possa favorire l’insorgere di malattie cardiovascolari tra cui l’ipertensione; al contrario un’alimentazione ricca di potassio e scarsa di sodio può proteggere da queste malattie e può essere terapeutica in caso di ipertensione.

Il primo passo è dunque quello di ridurre o eliminare gli alimenti particolarmente ricchi di sodio come le carni conservate in genere tutti i salumi. Preferire le carni bianche, private della pelle. Tra i pesci, è necessario moderare il consumo di acciughe, salmone, tonno, aringhe, alici e sardine a causa dell’eccessiva salatura e per la stessa ragione sono da evitare i formaggi stagionati. Attenzione anche ai dadi da brodo e agli alimenti in cui il sodio è utilizzato come conservante o esaltatore del sapore.

Da scoraggiare è anche il consumo di zucchero bianco che innalza la pressione sanguigna, come i cereali raffinati (zuccheri), da preferire i cereali integrali e quindi gli alimenti che contengono carboidrati complessi e fibre che abbassano la pressione. La riduzione degli alimenti sopra elencati è una scelta necessaria per riequilibrare nella dieta il rapporto tra potassio e sodio che spesso è rovesciato in favore di quest’ultimo.

Un altro passo importante è il consumo regolare di frutta e verdura, alimenti ricchi di potassio e poveri di sodio. Tra i più ricchi da segnalare: broccoli, carote, zucca, cavoli, spinaci, asparagi, pere, mele, melone, prugne, albicocche, banane ecc.

Le sostanze eccitanti da evitare

Un aumento della pressione può essere causato anche dal consumo di sostanze eccitanti quali:

  • caffè
  • bevande a base di cola
  • guaranà
  • cioccolato
  • alcolici
  • zuccheri raffinati
  • latte
  • formaggio
  • burro
  • insaccati
  • carni rosse
  • cereali raffinati

Attività fisica

Per una messa a punto completa del cuore e dei polmoni occorre fare regolarmente attività fisica. Non dovete allenarvi per i giochi olimpici: una passeggiata di 30 minuti a passo sostenuto, tre- quattro volte la settimana, è un vero toccasana. L’esercizio fisico è essenziale per migliorare tutte le funzioni organiche, ma in particolare per l’apparato cardiocircolatorio, in quanto:

  • rallenta la frequenza cardiaca a riposo;
  • rafforza la muscolatura cardiaca;
  • abbassa la pressione sanguigna;
  • migliora il trasporto di ossigeno in tutto l’organismo;
  • aumenta l’apporto di sangue ai muscoli;
  • dilata le arterie che conducono al cuore.

Se non siete abituati a fare attività fisica, partite con gradualità, consultate un medico prima di intraprendere un programma di esercizi.

I pericoli dello stress

Per molte persone lo stress è uno dei fattori principali dell’ipertensione e ad esso è collegato il rischio di sviluppare una cardiopatia. Gli eventi stressanti provocano il rilascio di ormoni che mettono l’organismo in un costante stato di allerta, ne consegue un aumento della frequenza e dell’intensità del battito cardiaco, che innalza la pressione sanguigna. Le strategie per combattere lo stress e favorire il rilassamento includono la respirazione profonda, la meditazione e il rilassamento muscolare progressivo.

Le soluzioni che possono aitarti per mantenere la salute 

I rischi dell’ipertensione sono molti e a volte molto gravi e possono portare alla morte: ictus, infarto, e moltissimi altri,. Il peso è un punto importante da tenere sotto controllo per tutte le patologie correlate e che per un iperteso aumentano a dismisura, il consiglio è mantenersi sotto controllo, ma per valutare i rischi a cui possiamo incorrere esiste un Check up completo quantistico, che valuta completamente la situazione generale, e che è in grado di vedere prima a cosa siamo predisposti, e quindi aiutarci a prevenire, “piuttosto che curare”, le situazioni in disequilibrio. Un Check Up consente di conoscerci e attraverso i riequilibri energetici ci permette una qualità di vita rivolta al benessere, non solo attraverso il test, si possono valutare i rimedi naturali che più corrispondono alla persona.

Identificare i problemi

Quando la nostra automobile non funziona come dovrebbe, la portiamo in officina per farla riparare e descriviamo il problema al meccanico nel modo più chiaro possibile, riferendo per esempio che fatica a mettersi in moto quando fa freddo o che il motore fa uno strano rumore. Il meccanico a sua volta la esamina con un dispositivo appositamente studiato per rilevarne le prestazioni, grazie al quale potrebbe risultare che la miscela di gas e ossigeno è troppo ricca, che la quantità di scarico è eccessiva o che l’accensione è compromessa da un cavo elettrico logoro. La riparazione si baserà quindi sui risultati dei test e, anche, sul denaro che siamo disposti a spendere. La messa a punto del corpo umano funziona pressoché nello stesso modo. Il primo passo consiste nell’identificazione dei punti deboli, quindi vengono valutate le diverse possibilità per la risoluzione dei problemi e optando per il rimedio che offre i risultati migliori testato sulla persona. Una volta circoscritto il problema, ci si può concentrare su altri aspetti

L’individualità biochimica

Tutti gli esseri umani hanno in comune la stessa costituzione fisica di base (organi interni, trasmissione elettrica degli impulsi, parti del corpo); le medesime sostanze chimiche circolano nei vasi sanguigni, scatenando innumerevoli processi metabolici. Anche i cinque sensi funzionano all’incirca nello stesso modo: l’intensità dei sensi può essere maggiore o minore, ma di norma tutti gli esseri umani sono in grado di distinguere tra cibi dolci e salati, percepire i diversi ritmi della musica e apprezzare le sfumature di un tramonto. Nel contempo, tuttavia, ogni persona è unica. Uno dei maggiori biologi del ventesimo secolo, Roger Williams, ha coniato l’espressione individualità biochimica. Le caratteristiche biochimiche sono assolutamente uniche in ciascun essere umano e ne determinano la personalità e le modalità di interazione con il mondo circostante.

L’individualità biochimica nasce da una combinazione tra i geni dell’individuo e l’ambiente in cui questi vive (natura e alimentazione); questi fattori svolgono un ruolo fondamentale per lo stato di salute e i disturbi a cui siamo soggetti.

I vantaggi di un check up quantistico per mantenere il nostro benessere

Come per la vostra automobile esiste un test o uno screening che ne rileva i problemi, la buona notizia è che anche per gli esseri umani esiste oramai da circa 17 anni, un Check Up di bioenergetica quantistica (la medicina del futuro), non invasivo, in grado di valutare lo stato psico- fisico di salute di una persona nel suo insieme.

Che cosa può fare per te

  • rilevare lo stato di salute di tessuti, organi e sistemi (nervoso, circolatorio, linfatico ecc.);
  • rilevare l’idratazione, l’energia cellulare, Ph;
  • rilevare: virus, batteri, funghi e parassiti;
  • individuare: tossicità, intolleranze, allergie, geopatie;
  • individuare: traumi emotivi, stress, ansia, attacchi di panico, depressione;
  • riequilibrare i valori per aiutare l’organismo ad autoregolarsi;
  • testare l’efficacia e/o la dannosità di qualsiasi sostanza e/o il rimedio;
    e molto, molto altro ancora.

Il Check Up quantistico con la strumentazione SCIO ci permette di scoprire, in dettaglio, la o le cause del problema e definire un profilo completo sullo stato psicofisico; individuare il rischio di patologia nascente, correggere le informazioni scorrette che creano squilibrio e testare i rimedi naturali più adatti alla chimica della persona. Ogni organismo produce una sua chimica, i sintomi sono diversi da persona a persona, come lo squilibrio di informazione dei meridiani e del sistema endocrino e molto altro. La terapia conseguente viene effettuata da operatori esperti in medicina quantistica e bio- risonanza, poiché con questo metodo è possibile agire riequilibrando gli organi interessati, disperdere i sovraccarichi energetici, calmare la mente, tranquillizzare in generale tutto il corpo.

Un altro alleato prezioso riguarda la nutripuntura (l'agopuntura senza aghi)

Si tratta di una nutrizione e informazione cellulare che si chiama Nutri, l’obbiettivo di ogni nutrimento endocellulare, 38 in tutto + 2 (Liprofase), è quello di fornire direttamente ad un organo, o ad un settore specifico, le informazioni elettromagnetiche necessarie per attivare la sua autoregolazione naturale. La loro efficacia, precisa come quella degli aghi in agopuntura, è immediata per i settori e gli organi che si vogliono sostenere. L’azione di ogni nutrimento della Nutripuntura si concentra dunque sull’organo-bersaglio senza interferire in altre zone per riportare le informazioni corrette al corpo. L’apparizione di un sintomo è un segnale d’allerta, risultato di un disturbo dell’informazione che attiva la funzione di un organo. In effetti l’organismo non è costituito solamente da un insieme di organi con delle funzioni diverse (l’hardware), ma anche da numerosi programmi, contenenti le informazioni necessarie per regolare il funzionamento (il software).

 
Bibliografia ed altre fonti
  1. Catia Trevisani, “Curarsi con la Naturopatia” volume 3, Edizionienea”, 2010;
  2. Michael T. Murray, “Tutto il corpo in piena salute”, Edizioni Red, 2002;
  3. Patrick Vèret, Yvonne Parquer – giugno 2007, “Manuale di Nutripuntura” – Tecniche Nuove;

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