L'arte di "lasciare andare": ecco perché è importante imparare a perdonare

Perdono

Sentimenti distruttivi come l’odio, il rancore o il senso di colpa ci incatenano, mentre lo sviluppo di comprensione, empatia e perdono ci permettono di riprendere il contatto con l’energia amore, essenza stessa dell’uomo e dell’intero universo. Fintantoché proviamo dentro di noi rabbia o risentimento nel confronti dell’altro, rimarremo incatenati a chi ci fa soffrire come il prigioniero al suo carnefice, impossibilitati ad essere liberi e veramente felici.

Trasformare le emozioni negative

Nella mia esperienza di operatrice olistica ho visto tante persone distruggere ogni possibilità di successo, benessere e realizzazione, capaci di minare la loro stessa felicità continuando a nutrire rancore!

Spesso l’atteggiamento che adottiamo quando soffriamo è quello di accusa verso il prossimo:

“Se ho tutte queste difficoltà nella vita, è perché mio padre mi ha messo alla porta quando avevo quattordici anni”, “Se le mie relazioni affettive sono catastrofiche; se non ho nessuna fiducia in me stesso, è perché mia madre mi ha sempre denigrato”, “Se non riesco a prendere il posto che mi compete, è perché i miei genitori non mi hanno mai dato la possibilità di esprimermi”.

Sembra sempre essere colpa di qualcosa di esterno a noi, ma siamo davvero sicuri sia questo l’atteggiamento corretto?

Perseverare in questo tipo di atteggiamento è alimentare pensieri disfunzionali ed emozioni dannose, far vincere la maschera del nostro ego sull’autenticità del nostro cuore.

Chi non vuole mollare la presa, è proprio lui, il nostro caro ego, che pur di avere ragione e di vincere è pronto a pagare qualsiasi prezzo.

Ma tu, lo vuoi davvero?

Guarire perdonando

E’ importante che non ci facciamo trarre in inganno dal nostro orgoglio.

Perdonare significa in primis liberarsi, prendere in mano le redini della propria vita, abbandonare la posizione di vittima e avere il coraggio di assumere quella di uomo o donna responsabile.

Perché proprio noi ci troviamo in questa situazione di sofferenza? Magari la dinamica è sempre la stessa, cambiano solo gli attori.

Perché ancora una volta a noi una grande delusione, un tradimento, un’umiliazione, un rifiuto?

Perdonare non significa dare ragione all’altro; perdonare non è né giustificare né scusare i comportamenti altrui che non ci piacciono o che ci hanno ferito, quanto piuttosto significa comprendere perché proprio a noi accadono certe cose, perché ci troviamo in determinate situazioni di sofferenza, e decidere, cambiando noi stessi, di trasformarle.

Il perdono è qualcosa che riguarda prima di tutto noi stessi, è avere il coraggio di lasciare andare una sofferenza che molte volte è solo nostra.

Che cosa, noi per primi, non siamo capaci di perdonarci? Interrogandoci forse di accorgeremo, con stupore, che gli altri sono solo specchi che ci aiutano, anche ferendoci, ad accorgerci, a vedere le nostre rigidità, invitandoci a trasformarle. La guarigione non può avvenire se non quando vi sia il perdono di sé. Soltanto questo processo ha il potere di trasformare il nostro amor proprio, e contemporaneamente il cuore e il sangue del nostro corpo fisico.

Ecco che saper perdonare significa perdonare noi stessi e uscire da uno stato d’insofferenza per riprendere le redini del nostro destino, togliersi un peso per costruire davvero gioia e felicità.

Aprendo il cuore alla compassione verso noi stessi siamo in grado di aprirlo anche agli altri; perdonando riusciamo così a comprendere che tutti gli esseri provano emozioni e commettono errori di giudizio, e che noi non siamo da meno. Ogni sbaglio è funzionale alla nostra evoluzione, ed è così per gli altri: anche loro hanno da imparare dai loro errori che cos’è veramente l’amore.

Per sapere se abbiamo davvero perdonato un persona, basta osservare come ci sentiamo in sua presenza, o quando parliamo di lei. Quali ricordi tornano a galla quando incontriamo qualcuno che ce la ricorda o che porta il suo stesso nome? Se emergono pensieri ed emozioni negativi, se proviamo disagio o repulsione, è chiaro che non abbiamo perdonato.

Le tappe dell’autentico perdono

  1. Identifica le tue emozioni
    Prendi coscienza di ciò di cui ti accusi, oppure di ciò di cui accusi altri, e osserva le tue emozioni. Cosa provi?
  2. Assumiti le tue responsabilità:
    Essere responsabili significa riconoscere di avere sempre la possibilità di scegliere secondo l’amore o secondo la paura. Che cosa temi per te? Accorgiti che ciò che hai paura di essere è ciò per cui sei accusato.
  3. Accetta l’altro e molla la presa:
    Per riuscirci prova a metterti al suo posto, cerca di sentire le sue intenzioni. Accetta l’idea che l’altro si colpevolizzi, e che probabilmente incolpi te di ciò di cui tu stesso lo accusi. Molte volte l’altro prova la stessa paura che provi tu.
  4. Perdonarti:
    E’ questa la tappa più importante. Concediti prima di tutto di aver avuto e di avere ancora delle paure, delle convinzioni, dei punti deboli, dei limiti che ti fanno soffrire e reagire. Accettati per quello che sei ora, partendo da qui puoi diventare ciò che vuoi.
  5. Senti dentro di te il desiderio di chiedere perdono:
    Immagina d’essere insieme alla persona che ti ha ferito mentre le chiedi perdono. L’hai giudicata, criticata o condannata. Sarai pronto quando l’idea di condividere la tua esperienza con questa persona susciterà in te un senso di gioia e di liberazione.
  6. Concediti la possibilità di incontrare chi ti ha ferito:
    Fai il primo passo se necessario, esprimi il tuo stato d’animo, chiedi perdono per aver accusato e giudicato.
  7. Individua il vincolo esistente con i tuoi genitori
    Rintraccia un evento passato simile a quello che ha determinato ora il percorso del perdono: questo evento più antico è accaduto con una figura autorevole: tuo padre, tua madre, un nonno, un professore… Una persona che generalmente sarà dello stesso sesso di quella che hai appena perdonato. Ripercorri tutte le tappe del perdono anche nei confronti di questa figura autorevole.

Consigli e suggerimenti per imparare a perdonare

  • E’ importante concedersi il tempo necessario per riuscire a completare il processo del perdono. Tra una tappa e l’altra può passare un giorno oppure un anno. Quando la ferita è grande e profonda, oppure quando l’ego oppone resistenza, può essere necessario più tempo, ma ciò che conta è l’intento, il desiderio sincero di riuscirci.
  • Quando incontrare chi ci ha ferito si rivela difficile, dobbiamo essere consapevoli che è l’ego a opporre resistenza. Quando rimaniamo rigidi nelle nostre convinzioni senza vedere anche gli sbagli che noi abbiamo commesso, stiamo seguendo il nostro ego, non il cuore. Il massimo desiderio del cuore è la riconciliazione, è provare compassione per se stessi come per l’altro.
  • Quando perdoniamo non dobbiamo preoccuparci della reazione dell’altro: non è prevedibile! E’ importane che impariamo a rispettare qualsiasi modalità. Se l’altro ha difficoltà ad accogliere la nostra richiesta di perdono, vuol dire che a sua volta non riesce a perdonarsi. Anche se noi l’abbiamo perdonato non possiamo fare questo passo al suo posto, dovrà riuscirci da solo.
  • Non è necessario dire all’altro per cosa lo stiamo perdonando, anzi ci sono almeno tre ragioni per cui è meglio evitarlo:
      1. spesso crediamo che l’altro ci abbia offeso, mentre in realtà non ne ha mai avuta l’intenzione. La realtà è spesso molto diversa dalla percezione che ne abbiamo.
      2. il processo del perdono serve alla nostra liberazione. Il fatto di perdonare l’altro è solo una tappa fra le molte necessarie per arrivare a perdonare noi stessi.
      3. Non abbiamo davvero il potere di perdonare gli altri, ognuno deve perdonare se stesso.
  • E’ importante non nutrire aspettative: se ci aspettiamo che chi ci ha ferito capisca quanto ci ha fatto soffrire e per questo ci chieda a sua volta perdono significa che una parte di noi ancora l’accusa. E’ inutile arrabbiarsi, è più funzionale accettare l’idea che ci voglia ancora un certo tempo prima di riuscire a percorrere le tappe 2 e 3 e riuscire a perdonare non solo con la testa ma col cuore.
  • Perdonare una persona non significa affatto giustificarne il comportamento quanto piuttosto riuscire a vedere con gli occhi del cuore oltre l’offesa.

“Perdona gli altri non perché essi meritano il perdono ma perché tu meriti la pace”

 

Il check up quantistico: un alleato prezioso

Un valido aiuto per riconoscere e superare i blocchi emotivi è il Check up di medicina quantistica.

Bibliografia e altre fonti
  1. “Quando il corpo ti dice di amarti” Lise Bourbeau, Edizione Amrita, 2006;
  2. “Nati per essere felici, non per soffrire“, Claudia Rainville, Edizione Amrita;
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