Cistite interstiziale invalidante: come è regredita grazie al check up

Cistite interstiziale

E’ accaduto in dodici mesi e con 15 trattamenti di bioenergetica quantistica ad una ragazza di 35 anni. Questo che vi proponiamo è il caso studio di una ragazza alla quale è stata diagnosticata la Cistite interstiziale e dopo una serie di vicissitudini, sperimentazioni, che ha vissuto sulla propria pelle, paure che ha provato sul proprio emotivo, vita, relazioni sociali, è riuscita ad avere un miglioramento notevole.

La sua storia

I disturbi che presenta sono molto severi e invalidanti, come ad esempio: bruciore e spasmi, sia vescicali che vaginali, e che la stessa definisce come una “pugnalata”, con dei bisogni frequenti di urinare ai quali seguono dei dolori atroci, pressione costante sulla vescica e all’addome. Tuttavia, anche altri arti inferiori vengono attaccati e, come non bastasse, si presenta l’impossibilità di avere rapporti sessuali , in quanto il rapporto intimo le induce dolore lancinante ed impossibilità di proseguire il rapporto.

La vita, e quella di relazione, della ragazza a questo punto cambia drammaticamente: sente venire meno la sua parte femminile, comincia a soffrire d’insonnia, avverte l’ansia di affrontare la giornata e anche la depressione comincia a farsi sentire; anche i vestiti cominciano a disturbarla e le fanno male.

Come in un incubo, tutto cambia velocemente, i medici le riferiscono che per questa patologia non c’è ancora una cura, in quanto non è nota la causa. La speranza viene sempre più affievolita.

Oggi, da più di un anno ormai, Giulia (questo un nome di fantasia), dopo il trattamento con l’apparecchiatura SCIO/GioiaBertha, non presenta più alcun disturbo e, da quanto riporta, si definisce “…completamente guarita, uscita da un incubo, la sua vita è ritornata ad essere quella di prima, serena, con una vita completamente normale”.

Giulia ha espresso il desiderio che questo sito racconti la sua storia, per dare speranza a molte donne che soffrono della stessa malattia perché, come lei ha dimostrato, si può migliorare e avere benefici energetici rilevanti.

Premessa

Giulia, una ragazza di 35 anni, la cui figura femminile ne dimostra 24 anni, si presenta presso il centro di Progetto Benessere nel mese di aprile dell’anno 2012 per effettuare il primo Check Up.

Racconta che, dopo varie ricerche su Internet, ha trovato un articolo che parlava del Check Up quantistico e dopo avere approfondito gli aspetti del riequilibrio energetico ha deciso di prenotare l’appuntamento; ci racconta che dopo l’utilizzo e l’assunzione di alcuni farmaci (antibiotici) le hanno peggiorato il suo stato di salute e di avere effettuato altrettante visite, molti esami dolorosi e costosi, tante cure diverse, di avere assunto una miriade di antidolorifici e il tutto senza mai aver ottenuto il benché minimo miglioramento.

Si presenta dicendo che si sente senza speranza, senza energia e molto depressa, ma è decisa nel voler provare anche questo ennesimo tentativo.

Dalle sue parole: “Le mie giornate sono diventate un incubo, a volte non riesco a reggermi in piedi dal dolore e devo telefonare al negozio dove lavoro per dire che sto male e non posso andare a lavorare, sono fortunata che non mi hanno ancora licenziata, ma sento che si sta avvicinando il momento se vado avanti così; anche i vestiti sono diventati un problema, non posso più sopportare nulla che mi possa stringere, come un pantalone, perciò devo mettermi dei fuseau molto morbidi e comodi; inoltre, non ho più una vita sociale, perché alla sera molte volte sto così male che devo coricarmi sul divano o sul letto e il peggio è che da più di sei mesi non ho più rapporti sessuali con il mio fidanzato, perché provo tanto dolore.

Devo fare attenzione anche all’alimentazione, perché ho notato che ogni volta che mangio della cioccolata o bevo un caffè è come fosse un incendio dentro di me, il bruciore che accuso è fortissimo.”

Si confida dicendomi che spera tanto che questi riequilibri di bioenergetica quantistica la possano aiutare e che, malgrado sia senza speranza, lei vuole crederci perché ha la profonda paura di doversi sottoporre e subire altri trattamenti invasivi che non le hanno portato miglioramenti.

Inizia, così, a grandi linee, il racconto della sua drammatica storia.

Le prime visite e i primi riequilibri energetici

I disturbi di Giulia iniziano un paio di anni fa, nell’anno 2010, con impellenti e frequenti bisogni di urinare e nel contempo con l’apparizione di dolori al basso ventre. Lei, durante le visite effettuate presso gli studi dei medici, descrive questi dolori come delle “pugnalate” e i medici gli riferiscono che è affetta da una “Cistite” e gli prescrivono degli antibiotici. Dopo avere assunto i medicinali prescritti, i disturbi però continuano e persistono, ma il consiglio è di continuare e proseguire ad assumere altri antibiotici.

I disturbi, tuttavia, non cessano di presentarsi ogni volta che Giulia sente il bisogno di fare la pipì.

Nel frattempo Giulia prenota la visita con uno specialista ginecologo che gli diagnostica un endometriosi.

Quest’ultimo le prescrive una cura e la informa anticipatamente che, se non dovesse ottenere risultati da essa, le consiglia l’intervento chirurgico. Lei segue la cura, ma anche questa non ottiene risultati. Stando a quanto consigliato dal medico, non le resterebbe che sottoporsi all’intervento, ma Giulia ha paura di un intervento invasivo chirurgico di tale importanza e pertanto comincia a ricercare altri specialisti del campo. Le cure e i consigli cambiano, ma i disturbi persistono e anzi peggiorano a tal punto che anche i rapporti sessuali le provocano dolori lancinanti. Tale è il dolore che la sta destabilizzando emotivamente al punto che giunge alla decisione di sottoporsi all’intervento chirurgico per l’endometriosi.

L’intervento lo esegue in una clinica privata, poiché vuole essere seguita dallo stesso specialista che l’ha visitata e curata. Durante l’intervento svolto in anestesia generale, il medico decide di fare l’esame della vescica (Cistoscopia) per valutare meglio la situazione (anche perché è un esame invasivo che si effettua in anestesia) e il risultato che le viene riscontrato è la Cistite Interstiziale.

La diagnosi

Giulia, al risveglio, sta male, molto male, gli effetti dell’anestesia sono importanti e avverte nausea e vomito, ma è convinta di avere passato il peggio e che ora l’incubo di questi disturbi svaniranno. Il colloquio con il medico, invece, distrugge tutte le speranze della ragazza perché, informata della diagnosi riscontrata, cioè la Cistite Interstiziale, le rende noto che non si conoscono e non ci sono al momento soluzioni che possono farla guarire definitivamente, in quanto le spiega che non si conoscono le cause e dunque le possibilità terapeutiche d’intervento.

La malattia è fortemente invalidante e sconosciuta alla scienza medica.

A questo punto Giulia è disperata! Le sembra di essere entrata in un incubo senza via di uscita, pensa che i suoi disturbi non se ne andranno più via, anzi potranno solo peggiorare, e questo non riesce ad accettarlo. Insomma, è disperata e si sente senza speranza.

Tuttavia Giulia continua a cercare informazioni.

Dopo molte ricerche su internet Giulia trova degli specialisti che trattano i casi di Cistite Interstiziale, le cure sono molto costose e sono sperimentali; tuttavia decide di prenotarsi e di seguirle perché le vede come una grande speranza. Si sottopone anche a questi interventi ulteriori senza, purtroppo, ottenere miglioramenti della situazione.

Il dolore diventa sempre più forte, con bruciori, spasmi, a volte più vescicale che vaginale, e altre volte viceversa, molte volte il dolore è costante e si irradia anche all’intestino, con una sensazione di pressione sovrapubica che aumenta se la vescica si riempie.

Ogni movimento diventa un problema perché, il bisogno di minzione frequente, anche solo per poche gocce di urina, le creano un impedimento agli spostamenti con l’auto o con i mezzi pubblici se nelle vicinanze non c’è la sicurezza di un bagno.

La cistite interstiziale, gli effetti sull’emotivo e la scelta di provare la bioenergetica quantistica

Giulia racconta che, dopo la diagnosi del medico, il fidanzato dopo 6 anni di convivenza la abbandona lasciandola al suo destino. Si chiede con disperazione come potrà essere possibile per lei avere ancora una vita con un uomo, sposarsi, avere figli, avere una vita come madre…

Confida che le è impossibile parlare apertamente con i suoi amici, perché è una cosa molto delicata e che la imbarazza. Non solo, si sente colpevole per ciò che sta vivendo, perché è convinta che il suo fidanzato non l’avrebbe mai lasciata se non avesse avuto questa malattia.

La situazione la disturba a tal punto da causarle una seria depressione, poiché non riesce ad accettare i condizionamenti che la malattia gli sta creando soprattutto a livello dei rapporti e delle relazioni sociali.

A questo punto Giulia, non vedendo risultati, continua nelle sue ricerche in Internet e trova il Check Up di Biorisonanza Quantistica che le ridà qualche speranza. Decide pertanto di sperimentare anche altre vie, poiché i medicinali e le cure mediche della medicina tradizionale sin qui non le hanno consentito alcun miglioramento.

Come anticipato, decide di provare anche questa via e sottoporsi così al Check Up con la SCIO/GioiaBertha.

Naturalmente per far ciò occorre prenotare un appuntamento e sottoporsi a questo test energetico non invadente. A seguito del primo test è possibile poi impostare dei riequilibri energetici opportuni e ritagliati su misura alla persona.

I° incontro: aprile 2012

Il quadro di Giulia

Il profilo che emerge risulta impegnativo, il primo Check Up delinea i seguenti dati:

  • è presente uno stato di esaurimento energetico;
  • il pH risulta molto acido;
  • intolleranze alimentari importanti quali: zuccheri, latticini e formaggi, grano, glutine e riso;
  • c’è presenza di candida e di parecchio muco;
  • gli organi da aiutare sono: fegato e vescica biliare, intestino e surrenali;
  • il riposo non è soddisfacente;
  • l’emotivo rileva: disperazione, apatia, tristezza, ansia, paura, confusione e scoraggiamento.

Naturalmente il profilo della paziente è molto più complesso ed articolato di questa semplice elencazione dei punti e che qui per motivi di privacy e semplificazione non vengono evidenziati.

Le considerazioni dell’operatore professionale olistico

Davanti a questo quadro allarmante e impegnativo, come detto molto più complesso dei punti elencati, il lavoro più importante è stato quello di rimediare il più possibile sulle urgenze.

Per prima cosa bisognava agire sulla riduzione dell’infiammazione e aiutare il sistema immunitario. Ma il punto più importante riguardava la situazione emotiva, lo stato depressivo era esageratamente alto. La muscolatura molto contratta.

Il trattamento di riequilibrio energetico con la SCIO/GioiaBertha, ha pertanto agito soprattutto sul sistema endocrino ed emotivo, sui traumi psicologici.

In verità, non potendo sapere quali sarebbero stati con certezza i risultati a breve e medio termine, ci siamo dati un periodo di tempo di tre mesi per poter affrontare compiutamente la malattia con un certo impegno, e dato che i riequilibri energetici non lavorano sulla patologia, ma sul terreno energetico della predisposizione del corpo, non le si voleva dare aspettative troppo lusinghiere dopo le tante delusione fin qui ricevute.

Le abbiamo, quindi, proposto dei riequilibri energetici mensili ma costanti e che insieme avremmo verificato i risultati dei riequilibri, prima e dopo.

Benché sapevamo che avremmo ottenuto importanti risultati sullo stato emotivo della ragazza, rimaneva la grande incognita della malattia che non sapevamo come avrebbe potuto reagire successivamente ai riequilibri.

Eravamo comunque ben consci che per una malattia tale e di tale importanza non sarebbero bastate poche sedute di Biorisonanza ma sarebbero stati necessari, sulla base dell’esperienza, almeno tre o quattro mesi di riequilibri energetici, per avere una valutazione complessiva.

I rimedi consigliati dopo la prima seduta

  • una sequenza di Nutripuntura associativa che aiutasse il sistema immunitario, ma soprattutto i reni, la vescica;
  • l’Ausillium;
  • integrazione di omega 3;
  • sull’alimentazione, un altro punto importante su cui bisognava intervenire,: con l’eliminazione dei cibi per cui risultava intollerante (sempre mediante il Check Up) e l’inserimento di surrogati più adatti per un mese, avrebbe così migliorato l’intero stato di salute.

II° incontro: maggio 2012

Appena arriva Giulia presso il centro, racconta che il miglioramento più importante riguarda la ritrovata energia e il suo emotivo che è notevolmente migliorato; i disturbi però ci sono ancora, ma racconta che sono diminuiti d’intensità e la durata degli stessi e perciò questo la rassicura e le ridà speranza e fiducia. Decide pertanto di continuare il trattamento.

La valutazione

Con il secondo test si confermano ancora i valori del pH molto acido; ciò è sempre indice di infiammazione; i miglioramenti ottenuti riguardano l’energetico, anche lo stato emotivo risulta in netto miglioramento.

Appaiono nel riequilibrio nuove urgenze e nuovi punti su cui rivolgere l’attenzione dell’apparecchiatura. Appare il conflitto che riguarda l’abbandono vissuto, e il senso di colpa, dopo essere stata abbandonata dal fidanzato in un momento cruciale della sua malattia.

Il riequilibrio che si effettua in questo momento riguarda l’aiuto alla parte emozionale, cercando di ridurne l’intensità e il conflitto del senso di colpa.

Ricordiamo che la cistite a Giulia comportava sensazioni di bruciore, con sintomi di fuoco interno, e quindi simbolicamente di lotta interna e conflitto.

Conflitto con che cosa?

Molto spesso, anche se non esclusivamente, riguarda la libera espressione di sé e della propria sessualità, data la contiguità anatomica dell’apparato genitale. E date queste premesse, non stupisce che ne soffra prevalentemente il sesso femminile. È per questo che, ancora una volta, indagare sull’origine profonda dei fenomeni patologici e indirizzare le risposte di riequilibrio non tanto alla soppressione dei sintomi quanto alla loro risoluzione consapevole, ci può portare ad un miglioramento del risultato.

Dopo il secondo riequilibrio, si decise di concentrate le forze andando ad aiutare il pH di Giulia per portarlo ad una maggiore alcalinità. L’azione coadiuvata della Nutripuntura associativa (5 pasticche) affinché aiutasse sia le intolleranze, ancora presenti, quanto l’emotivo, risultò essere la migliore azione. Anche l’azione continuata con l’Ausillium si decise di proseguirla.

III° incontro: giugno 2012

Giulia come giunge presso il centro, mi informa che i disturbi si sono diradati, non sono più frequenti come all’inizio. Non solo, il dolore appare ancora meno intenso e afferma: “..mi sento come stessi uscendo da un incubo, sto riprendendo un po’ di vita sociale, prima avevo il terrore di uscire per la paura che il disturbo apparisse; quando ti arriva e distruttivo, ho ripreso fiducia di poterne uscire, per me questo è già un cambiamento importante, soprattutto per il mio umore che è migliorato, in questo momento sono convinta che guarirò.”

La valutazione

il miglioramento più importante riguarda il pH che da 6.4 e passato a 6.8; il secondo miglioramento riguarda l’emotivo: lo stress muscolare si è ridotto decisamente, l’energetico torna ad essere buono; ci sono ancora dei punti deboli che non sono ancora migliorati: i reni e la vescica e l’endocrino non sono ancora a buon punto.

I rimedi consigliati, dopo il test, si concentrano su tali punti enunciati, perseguendo sempre con l’ausilio della Nutripuntura associativa e dell’Ausillium.

IV° incontro: luglio 2012

Il racconto di Giulia: “mi sembra incredibile, in questo mese ho avuto solo un attacco di dolore, ma è stato breve, credo che la colpa sia mia, in quanto da una settimana avevo ripreso ad assumere il caffè, ed essendo stata a due compleanni non ho resistito a bere un po’ di vino con qualche dolce. A livello emotivo mi sembra quasi di rinascere, non faccio più incubi di notte, gli avevo spesso e nell’incubo (sembrava vero) rivivevo la malattia, il disastro, l’abbandono, il mio compagno che mi lasciava, l’intervento, la diagnosi e mi svegliavo con l’angoscia; da un paio di settimane non succede più, io mi sento molto bene.”

La valutazione

il test conferma la situazione: il pH rimane a 6.8; l’energetico viene confermato ottimo; anche l’emotivo risulta positivo; potremmo dire che quasi tutti i valori si sono stabilizzati, ma non sono ancora totalmente al livello che ci siamo preposti. Pertanto, il consiglio che abbiamo dato a Giulia è quello di proseguire con i trattamenti energetici perché, le si rammenta, non stiamo lavorando sulla patologia, ma sul terreno energetico, cioè la predisposizione della persona e soprattutto sui punti deboli del corpo e solo così potremo mantenere una stabilità e un conseguente miglioramento continuo del suo benessere.

Il consiglio è stato di perseguire anche con la Nutripuntura associativa, che ad ogni seduta veniva modificata sulla base delle nuove urgenze ed esigenze che si presentavano di volta in volta durante i riequilibri energetici.

La storia della malattia di Giulia ha termine nel periodo di aprile 2013, con la dodicesima seduta di Biorisonanza energetica effettuata con la SCIO/GioiaBertha. Nel frattempo Giulia continuava a seguire tutte le indicazioni e i consigli che l’apparecchiatura configurava e segnalava importanti.

Nonostante Giulia non avesse più i disturbi da diversi mesi, ha preferito continuare con altri trattamenti di riequilibrio, come prevenzione, ma anche perché ne sentiva giovamento generale.

Conclusioni

Infine, per chiudere, desideriamo precisare che l’apparecchiatura SCIO/GioiaBertha opera ed esercita mediante la Biorisonanza e la Medicina Quantistica e non cura le patologie, cosa che ai clienti sin dal primo contatto, anche telefonico, gli viene riportato dettagliatamente e poi nuovamente riferito prima di sottoporsi al test.

L’apparecchiatura svolge una attività di riequilibrio energetico del nostro organismo, inquinato e disallineato, fornendogli le corrette informazioni per rimettersi in salute.

Ricordiamo che, inoltre, la SCIO in fase di riequilibrio è in grado di ripristinare e correggere le frequenze distorte prima ancora che il disagio si manifesti e vada a modificare la struttura originaria e per questo, dunque, svolge una importante e fondamentale azione preventiva.

Viceversa, quando il problema è già presente, si propone come potente alleato della medicina allopatica (la medicina Tradizionale) intervenendo sulle cause del disagio.

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