Sindrome da stanchezza cronica (cfs)

Sindrome da stanchezza cronica: che cos'è e come affrontarla

Ti senti stanco, senza forze? Fai difficoltà a fare le normali attività quotidiane? Può trattarsi di un’infezione virale o di allergie alimentari o chimiche? Che cos’è la sindrome da stanchezza cronica? Quali sono le cause? Quali sono i disturbi più importanti? Come avviene la diagnosi? Ansia e stress quanto influiscono? Le risposte a queste e molte altre domande in questo articolo.

Che cos’è la sindrome della stanchezza cronica?

Il termine Sindrome da fatica Cronica (CFS) è utilizzato per descrivere una diatesi clinica nella quale il soggetto soffre di esaurimento fisico grave anche quando la fatica oggettiva è modesta. Malgrado i dubbi di un numero limitato di professionisti, tale sindrome esiste effettivamente e, come sanno molti di coloro che ne sono affetti, può risultare gravemente invalidante. I sintomi principali sono costituiti da affaticamento persistente e profondo che riduce drasticamente la capacità di chi ne soffre di compiere attività quotidiane. La spossatezza è associata a disturbi della memoria e della concentrazione nonché a innumerevoli altre manifestazioni, tra cui cefalea, insonnia, faringite, dolore muscolare e articolare, e non solo.

I sinonimi per la sindrome da stanchezza cronica

  • Encefalo mielite mialgia (EM);
  • Sindrome da fatica cronica post-virale (SFPV);
  • Sindrome di immunodeficienza da fatica cronica.

I sintomi correlati

I pazienti presentano per almeno sei mesi una serie di sintomi correlati quali faringite, febbre, dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari, dolori muscolari e articolari, cefalee, sonno non ristoratore, debolezza a seguito di esercizio fisico. Sono comuni i problemi della concentrazione e della memoria. La malattia può condurre alla depressione.

I tre maggiori sintomi della cfs

  • Fatica;
  • dolore muscolare;
  • nebbia al cervello.

I sintomi più comuni

  • disfunzioni cognitive: nebbia al cervello, incapacità di concentrarsi, facilità a dimenticare le cose, incapacità di comprendere o memorizzare ciò che si è letto, incapacità di fare semplici calcoli mnemonici, difficoltà a trovare le parole;
  • gonfiore addominale, diarrea o costipazione, flautolenza, crampi, malassorbimento (flora intestinale disturbata);
  • sensazione di stordimento e di vertigine, sudorazione, debolezza (disturbo degli zuccheri, insulina-adrenalina);
  • secchezza alla bocca e agli occhi, sete e senso di “tossicità” (causato da un eccessivo stress da disintossicazione del fegato);
  • mani e piedi freddi, temperatura del corpo bassa, aumento di peso, perdita di capelli (dovuta all’inattività della tiroide);
  • stress cronico, irritabilità, ansietà, attacchi di panico, dovuto ad uno stress inesorabile alle ghiandole surrenali;
  • mestruazioni irregolari, mancanza dell’impulso sessuale, menopausa precoce, dovuto ad uno squilibrio degli ormoni sessuali;
  • palpitazioni, battito irregolare, pressione bassa, senso di vertigine ed improvviso cambiamento di postura dovuti a stress ossidativi del sistema cardiovascolare;
  • depressione, cambiamento di umore, variazioni della personalità, perdita di memoria importante, dovuta alla distruzione dei neurotrasmettitori;
  • dolore muscolare è il sintomo più significativo, accompagnato da noduli muscolari doloranti, al collo, tra le scapole, lungo la spina dorsale, le anche e le cosce;
  • disturbi della vista: offuscamento, sensibilità alla luce, dolore agli occhi, necessità di frequenti prescrizioni per cambiare gli occhiali;
  • altri sintomi possibili: memoria e concentrazione indebolite, episodi regolari di mal di gola, nuovo tipo di mal di testa particolarmente violento, dolore muscolare o alle giunture, linfonodi doloranti al collo e alle ascelle, fatica successiva ad un esercizio che dura più di 24 ore, disturbi del sonno, fischio alle
  • orecchie, cambiamento di peso senza che si sia cambiato il regime alimentare, svenimento, spasmi muscolari e crisi convulsive.

Diagnosi

La sindrome da stanchezza cronica viene diagnosticata per esclusione. La diagnosi differenziale viene effettuata soprattutto dopo aver eseguito indagini che escludano altre patologie quali: malattie renali ed epatiche, malattie autoimmuni, difetto ormonali e depressione. Una volta escluse queste patologie si diagnostica la CFS se sono presenti almeno quattro dei sintomi correlati per almeno sei mesi. La CFS non implica una causa in particolare. Non deve essere considerata come un unica malattia perchè ha tante cause. E’ necessario considerare la persona nel suo insieme e trattare la malattia in modo olistico.

I tre maggiori sintomi della cfs 

  • fatica;
  • dolore muscolare;
  • nebbia al cervello.

I sintomi più comuni

  • disfunzioni cognitive: nebbia al cervello, incapacità di concentrarsi, facilità a dimenticare le cose, incapacità di comprendere o memorizzare ciò che si è letto, incapacità di fare semplici calcoli mnemonici, difficoltà a trovare le parole;
  • gonfiore addominale, diarrea o costipazione, flautolenza, crampi, malassorbimento (flora intestinale disturbata);
  • sensazione di stordimento e di vertigine, sudorazione, debolezza (disturbo degli zuccheri, insulina-adrenalina);
  • secchezza alla bocca e agli occhi, sete e senso di “tossicità” (causato da un eccessivo stress da disintossicazione del fegato);
  • mani e piedi freddi, temperatura del corpo bassa, aumento di peso, perdita di capelli (dovuta all’inattività della tiroide);
  • stress cronico, irritabilità, ansietà, attacchi di panico, dovuto ad uno stress inesorabile alle ghiandole surrenali;
  • mestruazioni irregolari, mancanza dell’impulso sessuale, menopausa precoce, dovuto ad uno squilibrio degli ormoni sessuali;
  • palpitazioni, battito irregolare, pressione bassa, senso di vertigine ed improvviso cambiamento di postura dovuti a stress ossidativi del sistema cardiovascolare;
  • depressione, cambiamento di umore, variazioni della personalità, perdita di memoria importante, dovuta alla distruzione dei neurotrasmettitori;
  • dolore muscolare è il sintomo più significativo, accompagnato da noduli muscolari doloranti, al collo, tra le scapole, lungo la spina dorsale, le anche e le cosce;
  • disturbi della vista: offuscamento, sensibilità alla luce, dolore agli occhi, necessità di frequenti prescrizioni per cambiare gli occhiali;
  • altri sintomi possibili: memoria e concentrazione indebolite, episodi regolari di mal di gola, nuovo tipo di mal di testa particolarmente violento, dolore muscolare o alle giunture, linfonodi doloranti al collo e alle ascelle, fatica successiva ad un esercizio che dura più di 24 ore, disturbi del sonno, fischio alle orecchie, cambiamento di peso senza che si sia cambiato il regime alimentare, svenimento, spasmi muscolari e crisi convulsive.

Disfunzioni immunitarie

Il termine autoimmune implica che il sistema immunitario attacca le cellule sane invece dei patogeni o delle tossine. Gli inneschi iniziali (virus, tossine) possono sia alterare le impronte di una cellula (significa che il sistema immunitario colpirà ora le sue proprie cellule), sia causare la produzione di anticorpi a reazione incrociata (anticorpi finalizzati agli agenti dannosi che reagiscono in modo incrociato contro i tessuti del corpo).

Altre anomalie del sistema immunitario nella cfs

  • scarso funzionamento delle cellule killer naturali – globuli bianchi;
  • deficienza di alcuni globuli bianchi (es: i linfociti CD4);
  • lieve deficienza di IgA, IgE, che indicano fermento e allergie alimentari;
  • presenza di auto-anticorpi (fattore reumatico, anticorpi antinucleari, agglutinine fredde).

Il 50% dei soggetti affetti da CFS hanno delle predisposizioni genetiche per lo sviluppo di sindromi autoimmuni.

Le possibili cause della cfs

  • infezione cronica (spesso di origine virale);
  • immunodepressione;
  • ipotensione arteriosa;
  • carenze nutrizionali;
  • permeabilità intestinale;
  • disintossicazione compromessa;
  • parassitosi e disbiosi;
  • allergie alimentari;
  • intolleranze a sostanze chimiche;
  • disfunzioni neurologiche;
  • candidosi cronica;
  • ipoglicemia;
  • ipotiroidismo;
  • insufficienza surrenale;
  • disturbi del sonno (ad esempio apnea notturna);
  • deficit ormonali;
  • tossine ambientali (ad esempio metalli pesanti, mercurio, piombo, alluminio, cadmio, nickel);
  • stress incontrollato;
  • effetti collaterali dei farmaci

Stanchezza cronica e i vari fattori che la generano

La sindrome di stanchezza cronica è probabilmente determinata da una molteplicità di fattori e sovente genera immunodepressione. Naturalmente, la chiave per un trattamento efficace è identificare e agire sulle origini dello squilibrio del sistema immunitario, che potrebbe essere connesso a molte cause. Ad esempio, si suppone che per alcuni soggetti giochino un ruolo decisivo le infezioni croniche, quali quelle prodotte dal virus EpsteinBarr (EBV), dal citomegalovirus (CMV), dall’herpesvirus umano (HHV-6), o altre infezioni sospette, come quelle da micoplasma e clamidia. La proliferazione di agenti micotici (Candida Albicans) sembra diffusa tra chi soffre della sindrome, infatti si rileva con frequenza un’infezione da parassiti.

Gli squilibri neuro-endocrini

Il termine “adrenal burnout” (esaurimento delle surrenali) è spesso utilizzato per questo tipo di CFS neuro-endocrina. In generale un eccesso di stress da superlavoro che ci si è imposti portano all’esaurimento di alcune ghiandole ormonali (ipotalamo, pituitario, asse adrenale), i soggetti con questo tipo di sindrome non sono in grado di reagire nel modo “combattività-resistenza” a eventi psicologicamente stressanti. Nel loro sangue ci sono bassi livelli di ACTH e di cortisolo: sovente gli individui affetti dal disturbo presentano anche squilibri ormonali, e tra i quadri più frequenti vi è l’insufficienza surrenalica, altrimenti nota come esaurimento surrenalico. Le ghiandole surrenali, collocate sulla sommità di entrambi i reni, producono cortisolo (l’ormone dello stress) e il deidropiandrosterone (DHEA). Poiché tali ormoni sono carenti in individui con sindrome da stanchezza cronica, riteniamo che riportare i livelli alla normalità rechi nel complesso notevole beneficio. Lo stesso dicasi per molti degli ormoni prodotti dall’organismo.

Disfunzioni della tiroide

L’ipofunzionalità della tiroide potrebbe essere un disturbo primario e determinare una produzione di energia all’interno delle cellule ben al di sotto del livello ottimale. Oltre a ciò, carenze di testosterone o dell’ormone della crescita, nonché deficit o squilibri tra estrogeni e progesterone, sono condizioni assai diffuse. Alla base di molti scompensi di questo tipo potrebbero esservi delle disfunzioni dell’ipotalamo, che comportano uno squilibrio ormonale e una discrepanza nei messaggi neuronali trasmessi dal cervello alle ghiandole surrenali, alla tiroide e ad altre ghiandole dell’organismo.

Problemi digestivi o di malassorbimento

Anche la compromissione dei processi di digestione e disintossicazione deve essere annoverata tra le cause prime di stanchezza cronica. L’assimilazione incompleta di alimenti e di sostanze nutritive favorisce carenze nutrizionali; tossine ambientali, come il mercurio o altri elementi, inibiscono le funzioni enzimatiche necessarie alla produzione di energia. Le lesioni ossidative degli enzimi portano a:

  • il trasporto dell’ossigeno ai tessuti è scarso (ridotto assorbimento dell’ossigeno con l’esercizio);
  • l’utilizzo dell’ossigeno nelle cellule diventa lento e difficile;
  • accumulo di acidi organici tossici (acido lattico, ossalico, tartarico ecc… che avvelena le cellule).

Alimentazione

Una dieta scorretta può predisporre alla sindrome da stanchezza cronica. Infatti, elevate quantità di carboidrati raffinati favoriscono l’insorgenza di problemi relativi alla glicemia e alla proliferazione di agenti micotici, gravano sulle ghiandole surrenali, provocano infiammazioni croniche e determinano immunodepressione. Per di più una dieta a base di alimenti trasformati non è in grado di fornire le sostanze nutritive necessarie alla produzione di energia e alla salute del sistema immunitario. Quasi tutti i soggetti hanno problemi digestivi o di malassorbimento.

Linee guida per l’alimentazione

  • Evitare i cicli di digiuno-fame ingorda-digiuno, cercate di proteggere le funzioni endocrine del pancreas (connessioni zucchero-insulina-adrenali;
  • bere acqua o liquidi anche quando non si ha sete;
  • aumentate le proteine nella scelta dei cibi, le proteine sono fonte di energia, il “materiale di costruzione” per tessuti, enzimi ecc…;
  • concentratevi su ciò che potete mangiare, provate cibi nuovi e tenete conto dei loro effetti;
  • non saltate mai la colazione (il corpo ha bisogno di energia al mattino, il tempo dello stomaco è tra le 7 e le 9.00);
  • prendete il meglio della verdura, cucinatela a vapore o saltata in padella;
  • ridurre la frutta, evitate la frutta molto dolce e quella troppo matura;
  • ridurre tutti gli zuccheri e il sale;
  • variate il cibo che assumete (i cibi altamente compatibili possono essere mangiati 3 volte a settimana), i cibi scarsamente compatibili solo 1 volta a settimana.

Ansia e stress

Gli effetti dello stress cronico sull’organismo sono di cruciale importanza e, di fatto, colore che non riescono a gestire efficacemente lo stress mentale, emotivo e psicologico sono più soggetti ad affaticamento, a sua volta favorito anche da disturbi correlati ad ansia e depressione.

Attività fisica

Il moto e l’esercizio fisico sono cruciali per la salute. Un’esigua attività fisica provoca spossatezza mentre, dal lato opposto, l’allenamento e lo sforzo eccessivi danneggiano gli organi implicati nella produzione di energia. L’esercizio deve essere regolare, moderato, non competitivo. Si dovrebbe evitare di stare molto a letto poiché così si indeboliscono i muscoli. Infine, è necessario menzionare il sonno, che rappresenta il mezzo con cui l’organismo riacquista le forze e le rigenera. È indispensabile dormire adeguatamente. Se si è affetti da sindrome da stanchezza cronica, è importante identificare quali sono i trattamenti che giovano maggiormente, poiché i risultati variano da individuo a individuo.

I trattamenti allopatici

Le medicine allopatiche possono essere usate solo come sollievo dei sintomi e i loro componenti hanno spesso effetti collaterali, specie se utilizzati per lungo tempo. Le medicine allopatiche spesso sopprimono un sistema immunitario già compromesso e portano la malattia a un livello più profondo.

Per concludere

  • la CFS è un disturbo complesso, serio, disabilitante;
  • sono possibili miglioramenti spontanei;
  • nella maggior parte dei casi la CFS peggiora gradualmente nell’arco di molti anni e il soggetto può trovarsi costretto a letto;
  • la CFS da post infezione è molto più comune di quella neuroendocrina.

Solo un approccio olistico può aiutare i soggetti affetti da CFS migliorando in modo significativo la qualità della loro vita e aiutarli a tornare alla normalità.

Identificare i problemi è il primo passo

Quando la nostra automobile non funziona come dovrebbe, la portiamo in officina per farla riparare e descriviamo il problema al meccanico nel modo più chiaro possibile, riferendo per esempio che fatica a mettersi in moto quando fa freddo o che il motore fa uno strano rumore. Il meccanico a sua volta la esamina con un dispositivo appositamente studiato per rilevarne le prestazioni, grazie al quale potrebbe risultare che la miscela di gas e ossigeno è troppo ricca, che la quantità di scarico è eccessiva o che l’accensione è compromessa da un cavo elettrico logoro. La riparazione si baserà quindi sui risultati dei test e, anche, sul denaro che siamo disposti a spendere. La messa a punto del corpo umano funziona pressoché nello stesso modo. Il primo passo consiste nell’identificazione dei punti deboli, quindi vengono valutate le diverse possibilità per la risoluzione dei problemi e optando per il rimedio che offre i risultati migliori testato sulla persona. Una volta circoscritto il problema, ci si può concentrare su altri aspetti.

L’individualità biochimica

Tutti gli esseri umani hanno in comune la stessa costituzione fisica di base (organi interni, trasmissione elettrica degli impulsi, parti del corpo); le medesime sostanze chimiche circolano nei vasi sanguigni, scatenando innumerevoli processi metabolici. Anche i cinque sensi funzionano all’incirca nello stesso modo: l’intensità dei sensi può essere maggiore o minore, ma di norma tutti gli esseri umani sono in grado di distinguere tra cibi dolci e salati, percepire i diversi ritmi della musica e apprezzare le sfumature di un tramonto. Nel contempo, tuttavia, ogni persona è unica. Uno dei maggiori biologi del ventesimo secolo, Roger Williams, ha coniato l’espressione individualità biochimica. Le caratteristiche biochimiche sono assolutamente uniche in ciascun essere umano e ne determinano la personalità e le modalità di interazione con il mondo circostante.

L’individualità biochimica nasce da una combinazione tra i geni dell’individuo e l’ambiente in cui questi vive (natura e alimentazione); questi fattori svolgono un ruolo fondamentale per lo stato di salute e i disturbi a cui siamo soggetti.

Le predisposizioni familiari

Alcune patologie tendono infatti a colpire persone interessate da un legame di parentela, quindi si è portati a dire che la malattia è “ereditaria”. In altri termini, un gene danneggiato o difettoso può rendere una persona soggetta a un determinato disturbo. Se quel gene viene trasmesso di genitore in figlio, anche quest’ultimo potrebbe manifestare la medesima affezione. In tale contesto, la parola chiave è suscettibilità, non destino.

In molti casi, il fatto di ereditare un gene difettoso non significa che la condizione cui esso è associato si svilupperà inevitabilmente; quel difetto, per esempio, potrebbe essere neutralizzato da un gene normale trasmesso dall’altro genitore. Questo meccanismo di autocorrezione è una delle ragioni per cui gli esseri umani, come molte altre specie, si riproducono per via sessuale. Il continuo rimescolamento del patrimonio genetico conferisce alla generazione successiva una migliore prospettiva di sopravvivenza e riproduzione.

Tuttavia, alcuni geni difettosi sono abbastanza potenti da sopraffare quelli normali e, quando ciò avviene, il disturbo si manifesta in modo evidente.

Effetti epigenetici

Ma vediamo cosa dice la medicina epigenetica, creata da Bruce Lipton nel suo libro la Biologia delle Credenze, nel quale descrive una sorprendente scoperta sui meccanismi biologici attraverso i quali le cellule ricevono ed elaborano le informazioni; infatti, i nostri geni, anziché controllarci, sono controllati da influenze ambientali al di fuori delle cellule, inclusi i nostri pensieri e le nostre credenze. Fino alla scoperta dell’Epigenetica, si credeva che il nucleo di ogni cellula, contenente il DNA, fosse il suo “cervello”, del tutto necessario per il suo funzionamento; invece, il vero cervello della cellula è la sua membrana, che reagisce e risponde alle influenze esterne, adattandosi dinamicamente ad un ambiente in continuo cambiamento.

Organismo e ambiente

Man mano che incrociamo le diverse influenze ambientali, siamo noi a suggerire ai nostri geni cosa fare, di solito inconsciamente. Ogni organismo esiste in relazione all’ambiente, che è il suo regolatore esterno, e vive in un mondo che non funziona in modo lineare e causale, ma è fatto da sistemi circolari, che sono interconnessi. Non possono esistere soluzioni lineari per i sintomi e le malattie.

Non esiste il farmaco “magico” che fa sparire il mal di testa, perché la dinamica lineare è solo un’illusione, in quanto dopo un po’ il sintomo ritorna peggiorato, e nel frattempo il farmaco ha anche intossicato l’organismo e aggravato il problema.

Le soluzioni olistiche più efficaci per sconfiggerla e ritrovare il benessere

La sindrome da stanchezza cronica è un disturbo complesso e solo la medicina olistica può trovare un approccio che garantisca buoni risultati a lungo termine. La soluzione più innovativa è senza alcun dubbio il trattamento con la Gioiabertha/SCIO , attraverso questo potente riequilibrio in biofeedback e biorisonanza qualsiasi parte e processo del sistema biologico umano può essere testato e corretto, soprattutto per quanto riguarda i disturbi neuroendocrini della CFS. Si ottengono ottimi risultati in particolare potenziando le funzioni cognitive, riducendo sintomi come il mal di testa, i disturbi della vista, il senso di vertigine ed equilibrando i problemi del battito cardiaco irregolare, la mancanza di sensibilità, il pizzicore o il bruciore al viso e alle estremità, il tinnito e le allergie, tutto questo attraverso un Check Up di biorisonanza quantistica che ci consente di rilevare la presenza di allergie, intolleranze, tossicità da metalli, o di problemi respiratori ecc.., tramite la misurazione dei parametri elettromagnetici e frequenziali del corpo umano, di conoscere lo stato di salute degli organi, dei sistemi (nervoso, linfatico, etc.), di rilevare il livello di minerali, di vitamine, di funghi, di batteri, di virus, di rilevare intolleranze alimentari, allergie e molto altro ancora.

Che cosa può fare per te

  • rilevare lo stato di salute di tessuti, organi e sistemi (nervoso, circolatorio, linfatico ecc.);
  • rilevare l’idratazione, l’energia cellulare, Ph;
  • rilevare: virus, batteri, funghi e parassiti;
  • individuare: tossicità, intolleranze, allergie, geopatie;
  • individuare: traumi emotivi, stress, ansia, attacchi di panico, depressione;
  • riequilibrare i valori per aiutare l’organismo ad autoregolarsi;
  • testare l’efficacia e/o la dannosità di qualsiasi sostanza e/o il rimedio;
    e molto, molto altro ancora

Il Check Up quantistico con la strumentazione SCIO/Gioia Bertha ci permette di scoprire, in dettaglio, la o le cause del problema e definire un profilo completo sullo stato psicofisico, individuare il rischio di patologia nascente, correggere le informazioni scorrette che creano squilibrio e testare i rimedi naturali più adatti alla chimica della persona.

Ogni organismo produce una sua chimica, i sintomi sono diversi da persona a persona, come lo squilibrio di informazione dei meridiani e del sistema endocrino e molto altro.

La terapia conseguente viene effettuata da operatori esperti in medicina quantistica e bio-risonanza poiché con questo metodo è possibile agire riequilibrando gli organi interessati, disperdere i sovraccarichi energetici, calmare la mente, tranquillizzare in generale tutto il corpo..

Un altro alleato prezioso riguarda la nutripuntura (l'agopuntura senza aghi)

Si tratta di una nutrizione e informazione cellulare che si chiama Nutri, l’obbiettivo di ogni nutrimento endocellulare, 38 in tutto + 2 (Liprofase), è quello di fornire direttamente ad un organo, o ad un settore specifico, le informazioni elettromagnetiche necessarie per attivare la sua autoregolazione naturale.

La loro efficacia, precisa come quella degli aghi in agopuntura, è immediata per i settori e gli organi che si vogliono sostenere.

L’azione di ogni nutrimento della Nutripuntura si concentra dunque sull’organo-bersaglio senza interferire in altre zone per riportare le informazioni corrette al corpo. L’apparizione di un sintomo è un segnale d’allerta, risultato di un disturbo dell’informazione che attiva la funzione di un organo.

In effetti l’organismo non è costituito solamente da un insieme di organi con delle funzioni diverse (l’hardware), ma anche da numerosi programmi, contenenti le informazioni necessarie per regolare il funzionamento (il software).

Questa nutrizione non presenta alcuna controindicazione ed è totalmente biocompatibile, in forma di mini-compresse (dal gusto gradevole), da masticare due o tre volte al giorno.

Ottimi i risultati per tutti i settori dell’organismo che si vuole aiutare, soprattutto per il problema dell’ansia e dello stress.

 

Bibliografia ed altre fonti
  1. “Il libro dei rimedi naturali” di James F. Balch & Mark Stengler, Gruppo Editoriale Armenia;
  2. “Tutto il corpo in piena salute” di Michael T. Murray, 2002, Edizioni Red, pag. 11, 14, 15, 16, 17, 18;
  3. “Manuale di Nutripuntura Fisiologia e informazione cellulare” di Patrick Vèret, Yvonne Parquer, 2007, , Ed. Tecniche Nuove, p. 240-241.
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