Artrosi

Artrosi: prevenire dolore e infiammazioni con la medicina quantistica

Borsiti, tendiniti, sindrome del tunnel carpale, fibromialgia, artrosi lombare, cervicale, del ginocchio, dei piedi, come rallentare la distruzione delle cartilagini? La diffusione dell’artrite ha ormai raggiunto le dimensioni di un’epidemia. Circa 80 milioni di persone nel mondo soffrono di infiammazioni e dolori cronici alle articolazioni. Come prevenirne la degenerazione? Le risposte in questo articolo.

La medicina non ha ancora trovato una cura all’artrite, anzi, si stima che ogni anno 16.000 persone muoiano a causa degli effetti collaterali dei farmaci anti-artrite. L’artrosi è una malattia degenerativa, la più frequente tra le patologie articolari, come si può prevenirne la degenerazione? Quali sono i rimedi naturali più adatti? Come mantenere in buona salute i nostri muscoli, tendini, legamenti e cartilagini? Qual è l’alimentazione consigliata? La medicina quantistica cosa può fare? Come funziona? La Nutripuntura può aiutarci? In questo articolo trovi le risposte a queste domande.

Introduzione

Ogni movimento di cui l’uomo è capace è reso possibile dalla presenza delle articolazioni, strutture deputate a collegare, “articolare” appunto, fra loro le ossa. Le articolazioni hanno una struttura complessa di cui i principali componenti sono la cartilagine, la membrana sinoviale, i muscoli e i tendini. La cartilagine ricopre l’estremità delle ossa dell’articolazione, fungendo da “cuscinetto”; tra i due capi ossei si trova inoltre la membrana sinoviale contenente il liquido sinoviale, con funzione “lubrificante” e nutriente per le componenti articolari. A completare la struttura vi sono tendini e muscoli che, grazie alle loro azioni di contrazione e rilassamento, danno armonia ed efficacia a tutti i movimenti. Data la sua funzione di “ammortizzatore”, l’articolazione è una struttura sottoposta a notevole usura: se le ossa articolari non fossero protette dai cuscini cartilaginei, sfregandosi le une sulle altre, determinerebbero infiammazione, dolore e degenerazione delle articolazioni stesse. Per tale motivo la cartilagine è un materiale vivo e dinamico che viene costantemente demolito e rimpiazzato; è necessario però che vi sia un equilibrio fra distruzione del vecchio tessuto e la sintesi di quello nuovo sostituito per favorire il mantenimento di un’articolazione sana.

L’artrosi è frequentemente confusa con l’artrite, tra cui l’artrite reumatoide ; questo equivoco nasce dal fatto che entrambe colpiscono le articolazioni e si manifestano con dolore. L’artrosi o osteoartrosi è un disturbo a carattere cronico-degenerativo che colpisce prevalentemente le articolazioni portanti (colonna vertebrale, ginocchia, anche); l’artrite reumatoide è caratterizzata da una condizione infiammatoria cronica, che colpisce in maniera predominante le articolazioni delle mani e dei piedi, per lo più in modo bilaterale e simmetrico. La differenza fra cronico degenerativo ed infiammatorio si manifesta prevalentemente in base ai sintomi avvertiti dal soggetto. L’artrosi, infatti, si presenta con un dolore che aumenta con il movimento e con carico articolare mentre l’artrite è caratterizzata da una sintomatologia dolorosa, che insorge tipicamente al mattino o dopo una prolungata inattività e diminuisce con l’inizio dell’attività quotidiana. L’artrosi è una problematica frequentissima che predilige il sesso femminile di età superiore ai 40 anni, destinata a diffondersi negli anni futuri, in virtù del progressivo allungamento della vita media. Schematicamente l’artrosi può essere considerata come il risultato di un’alterazione dell’equilibrio fra l’entità del carico a cui viene sottoposta la cartilagine articolare e la capacità della cartilagine stessa di far fronte allo stress meccanico.

Se dunque l’artrosi può derivare da un gruppo eterogeneo di fattori di rischio multifattoriale, la fase finale è comune: l’artrosi è caratterizzata da una progressiva perdita della funzionalità articolare che, partendo da sporadici episodi infiammatori (caratterizzati da dolore, gonfiore e difficoltà di movimento), può arrivare, attraverso episodi infiammatori sempre più frequenti, fino al blocco articolare completo, caratterizzato dalla totale perdita della funzionalità dell’articolazione, dovuta alla distruzione del tessuto cartilagineo.

Osteoatrite

l’osteoartrite, la forma più comune di artrite, colpisce circa il 10 per cento della popolazione mondiale. Quasi l’80% delle persone sopra i cinquanta anni soffre, chi più chi meno, di osteoartrite. Si ritiene che sia causata soprattutto dall’usura e in genere colpisce articolazioni che portano peso, come quelle delle anche, delle ginocchia e della colonna vertebrale. E poichè le mani sono costantemente usate, anche le articolazioni delle dita ne sono spesso affette.

All’inizio, il dolore osteoartritico insorge solo quando si usa l’articolazione affetta, ma dopo un pò quest’ultima a fare sempre male. Man mano che l’articolazione si usura, il corpo cerca di ripararla producendo un nuovo osso e una nuova cartillagine. Ma se queste strutture non sono allineate correttamente, possono insorgere dolorosi speroni ossei capaci di ridurre la gamma dei movimenti.

In gioventù è molto più probabile che l’osteoartrite insorga negli uomini anziché nelle donne, mentre dopo i 45 anni l’insorgenza nelle donne è 10 volte maggiore. Superati i 65 anni praticamente tutti mostrano segni di deterioramento delle cartilagini, soprattutto nelle articolazioni che portano peso, come le anche, la spina dorsale e le ginocchia. Tuttavia, solo un terzo circa delle persone presentano veri e propri sintomi artritici. Questo è un chiaro indizio del fatto che nell’osteoartrite sono in gioco più fattori che poco hanno a che fare con la quantità di cartilagine presente nelle articolazioni. Anche se non si sa esattamente quali siano tali fattori, si può spiegare perché certi rimedi naturali riescano ad alleviare i sintomi della patologia.

Ma quali sono le forme più comuni dell’artrite

  • Borsite: rigonfiamento doloroso delle borse, piccole sacche ubicate nel tessuto connettivo, di solito vicino alle articolazioni. Tali sacche sono piene di liquido sinoviale, il quale riduce l’attrito tra i tendini e le ossa o i legamenti: spesso la borsite è il risultato di stress o pressioni prolungati, a causa dei quali le borse si infiammano o si gonfiano. Una volta infiammate, le sacche gonfie premono contro un’articolazione vicina, causando dolore;
  • Tendinite: rigonfiamento doloroso di un tendine, cioè del tessuto fibroso che unisce il muscolo all’osso. Di solito, tale infiammazione è causata da sforzi eccessivi nello sport o in altre attività fisiche. La tendinite insorge comunemente nei tendini del ginocchio, del gomito e della cuffia dei rotatori, la quale stabilizza la spalla. Anche il tendine di Achille, ubicato nella parte posteriore della caviglia, ne è spesso affetto;
  • Sindrome del tunnel carpale: patologia risultante da una pressione eccessiva o ripetitiva sul nervo mediano ubicato nella mano. Il nervo mediano, che controlla alcuni muscoli della mano e delle dita, passa attraverso una piccola apertura situata sotto il polso, chiamata tunnel carpale. Il movimento ripetitivo del polso e delle dita crea irritazione e rigonfiamento, che a loro volta fanno sì che il tessuto del tunnel carpale cominci a premere sul nervo mediano. Sintomi comuni sono formicolio, indolenzimento e dolore. Il movimento ripetitivo del dito che batte incessantemente i tasti di un computer può causare la sindrome del tunnel carpale;
  • Fibromialgia: disturbo caratterizzato da dolore al muscolo e all’articolazione, senza alcuna infiammazione, che persiste senza apparente ragione. La causa di tale patologia, che colpisce 10 milioni di americani ed è strettamente connessa alla sindrome da fatica cronica, non è ancora nota.

L'artrosi della colonna e l’ernia del disco

L’artrosi della colonna (spondiloartrosi) colpisce tutti con l’avanzare dell’età, ma la sua gravità e la rapidità di progressione è molto variabile. Questa si presenta in due varietà: può localizzarsi ai dischi intervertebrali e ai corpi vertebrali adiacenti, oppure può interessare le articolazioni interapofisarie. La prima forma è la più comune. Con l’età i dischi vertebrali vanno incontro a disidratazione, mentre varia la loro composizione; il nucleo del disco può fuoriuscire dall’anello fibroso che lo contiene provocando un’ernia discale ; oppure il disco, degenerando, può assottigliarsi, le vertebre vicine risultano così ravvicinate e sul contorno del corpo vertebrale si formano speroni ossei. Gli osteofiti , che sporgendo, possono provocare l’unione ossea di vertebre contigue. I dischi più soggetti alla formazione di ernie sono quelli tra la quarta e la quinta vertebra lombare, o tra quinta lombare e prima sacrale, questo avviene per lo più tra i 30 e i 45 anni, raramente in età più avanzata quando il disco, compreso il nucleo, diventa fibroso, in questo caso il problema maggiore diventa l’assottigliamento. La discopatia degenerativa si verifica in generale maggiormente a livello cervicale e lombare, sede di movimenti più ampi. Compare dolore locale al movimento della colonna che peggiora con attività faticose come il sollevamento di pesi. La condizione peggiora quando le ernie o gli osteofiti restringono i forami intervertebrali in cui passano le radici dei nervi spinali. La loro compressione e irritazione causa dolore e parestesie (alterazione della sensibilità). Il dolore al collo si irradia alla spalla e all’arto superiore è causato da un problema alle cervicali, il dolore al nervo sciatico da ernie o osteofiti a livello lombare.

Artrosi cervicale

I sintomi più comuni dell’ artrosi cervicale possono essere: dolore localizzato nel collo, mal di testa, senso di pesantezza alle spalle, vertigini, nausea, disturbi visivi e ronzii auricolari. Un sintomo comune, presente all’inizio del processo degenerativo, è il rumore cervicale: quando si muove la testa si avverte la sensazione di avere della sabbia che scricchiola dietro la nuca.

La sensazione di avere il collo legato e pesante è anch’esso un segnale che indica un inizio di cervicalgia: il collo simbolicamente è un punto di passaggio, ciò che nasce all’interno del nostro cervello, passa attraverso il collo e si trasforma poi in azione. Il collo quindi ci collega dal mondo dei pensieri a quello terreno corporeo.

Il dolore cervicale possiamo dire che è tipico delle persone unidirezionali, rigide, estremamente precise, direi anche incapaci di cogliere tutto ciò che accade intorno a loro. Queste caratteristiche generalmente accomunano tutte le persone affette da questa patologia.

Artrosi lombosacrale

La coxartrosi o artrosi dell’anca è senza dubbio la più invalidante perché comporta una più o meno estesa limitazione della deambulazione e dei movimenti di estensione e di rotazione interna della coscia. L’andatura è per lo più claudicante. Il dolore è spesso riferito all’inguine o alla faccia interna della coscia e del ginocchio; è fortissimo quando la persona cammina su terreno accidentato. Ogni movimento impresso all’articolazione riesce dolente e limitato nella sua ampiezza.

Artrosi dell’anca

Una volta che le cellule hanno acquisito il colesterolo necessario, le lipoproteine HDL ne rimuovono il più possibile, ma la quantità in eccesso rimane in circolo nel sangue ossidandosi (specialmente il colesterolo LDL) e depositandosi sulle pareti delle arterie, dove provoca infiammazione. L’infiammazione cronica favorisce la produzione e l’accumulo di ulteriori quantitativi di colesterolo, nonché la formazione di placche all’interno delle pareti arteriose. Tale processo di accumulo, che provoca il restringimento delle arterie e limita l’afflusso di sangue attraverso di esse, viene chiamato arteriosclerosi o indurimento delle arterie. L’arteriosclerosi può preludere a malattie cardiache e, se viene trascurata, può causare un infarto o un ictus. Per garantirsi una buona salute è quindi importante non tanto abbassare il tasso di colesterolo globale, quanto mantenere un corretto equilibrio tra le componenti LDL e quelle HDL.

L’artrosi del ginocchio

L’artrosi del ginocchio o gonartrosi colpisce prevalentemente le donne in età matura nella forma primaria e i giovani uomini (per lo più sportivi) nella forma secondaria ad eventi traumatici. Il dolore insorge o si accentua durante la deambulazione, specie nel scendere le scale e si irradia alla faccia antero-laterale della gamba, ma si può verificare anche con la protratta tensione del ginocchio (ad es. durante la guida prolungata nell’arto che preme l’acceleratore).

Artrite dei piedi

L’artrosi del piede è la causa più frequente del cosiddetto piede doloroso che consegue generalmente a traumi di calzature non idonee o a modificazioni della statica del piede. Nell’artrosi dell’articolazione metatarso falangea del primo dito sono presenti un appiattimento dell’arco anteriore valgo, associati a una borsite. L’appiattimento dell’arco anteriore causa l’appoggio sul terreno delle teste dei primi metarsi e la conseguente insorgenza di una metatarsalgia denominata sindrome da insufficienza del primo metatarso.

La rara artrosi astrangalo-calcaneare si manifesta in genere con blocco doloroso del retropiede

L’articolazione tibio-tarsica viene colpita dall’artrosi solo in seguito a eventi traumatici. Il quadro è caratterizzato da edema perimalleolare, dolore nella stazione eretta e nella deambulazione, molto dolore alla pressione al collo del piede e impotenza funzionale a volte spiccata.

L’importanza della diagnosi

La diagnosi richiede la differenziazione da artriti infiammatorie: nell’artrosi mancano segni di infiammazione, gli esami di laboratorio risultano normali e l’esame radiografico è caratterizzato da restringimento degli spazi articolari, osteofiti e aumentata densità dell’osso subcondrale (sotto la cartilagine). Spesso non vi è corrispondenza tra l’entità delle anomalie riscontrate all’esame radiografico e i sintomi; può capitare di rilevare dalla radiografia una degenerazione importante che però manifesta sintomi leggeri e viceversa. La TAC è fondamentale per la diagnosi di ernia al disco.

I farmaci e gli effetti collaterali

Il primo farmaco che viene utilizzato nel trattamento dei sintomi dell’artrosi è l’aspirina. Questa è abbastanza efficace per ridurre il dolore, ma la dose terapeutica è abbastanza alta e può dare manifestazioni di tossicità come disturbi allo stomaco e tinnito all’orecchio. Spesso sono utilizzati farmaci antiinfiammatori, i FANS, che però danno anch’essi effetti collaterali come dolori di stomaco, vertigini, cefalea. Studi sperimentali dimostrano che tutti questi farmaci, sebbene diano un sollievo a breve termine, possono provocare, nel tempo, ulteriori danni alla cartilagine in quanto inibiscono la sintesi della matrice del collagene e aumentano la distruzione cartilaginea, dunque alleviano i sintomi ma accelereno il progredire della malattia.

L’approccio farmacologico con fine antiinfiammatorio presenta un limite considerevole, vista la tolleranza organica limitata nel tempo (soprattutto da parte della mucosa gastrica) da una parte, e la necessità di una terapia prolungata se non addirittura a tempo indeterminato, dall’altra.

Attraverso i trattamenti bioenergetici quantistici, si può aiutare il sistema connettivo e il sistema immunitario, ma non solo, promuovere l’allontanamento di sostanze che depositandosi sulle articolazioni possono determinare un peggioramento del quadro, rallentare il progredire della degenerazione tissutale, valutare le carenze organiche, che sono diverse da persona a persona. Solo valutando caso per caso i rimedi naturali più adatti, come le integrazioni nutrizionali carenti specifiche possono portare a un’assunzione molto più limitata dei comuni antinfiammatori, con una logica riduzione degli effetti collaterali a essa associata.

I meridiani energetici coinvolti

Come una rete di irrigazione da ogni organo entra o esce una linea energetica, cioè un meridiano che arriva fino alle dita delle mani o dei piedi, collegando tra loro le strutture che attraversano. I meridiani, tra le altre cose, fanno anche da ponte tra l’uomo e l’ambiente. L’insieme dei meridiani può essere paragonato a una rete di irrigazione: se il sistema viene trascurato, l’acqua che scorre nei fossati evapora oppure, se si crea un blocco, straripa. Allo stesso modo il nostro sistema di meridiani può entrare in crisi causando uno squilibrio del Qi (= energia) e, presto o tardi, un danno alla salute.

Nel caso dell’artrite occorre considerare Rene, Milza e Fegato. Il Rene controlla le ossa, la Milza il tessutto connettivo e il Fegato i tendini.

Per tonificare i Reni si consigliano: fagioli, alghe, sesamo e lo zucchero.

La Milza è sostenuta dai cereali integrali, predilige i cibi cotti e caldi, soffre per l’eccesso di alimenti freddi e umidi come i latticini.

Il Fegato ama le foglie verdi, la curcuma, il miso (alimento fermentato a base di soia e un cereale che si utilizza come condimento per le zuppe), soffre per i cibi che apportano un eccesso di calore e di grassi.

L’importanza di una sana alimentazione

Una sana alimentazione è di grande importanza rispetto alla salute delle nostre articolazioni e dei dischi intervertebrali. Innanzitutto, occorre raggiungere un corretto peso corporeo per non aggravare il carico articolare.

E’ necessario evitare i carboidrati semplici, raffinati e troppo concentrati e aumentare l’assunzione di cereali integrali biologici, ricchi in fibre.

Dunque è importante evitare o ridurre lo zucchero e le farine bianche, ridurre i grassi, soprattutto di origine animale, introdurre semi, alghe, legumi e verdure. In qualche caso anche le solanacee potrebbero aumentare a sviluppare questa patologia, si tratta di pomodori, patate, melanzane, peperoni e tabacco, probabilmente gli alcaloidi in esse contenuti inibiscono i normali processi riparativi del collagene a livello articolare.

In realtà l’artrosi fa parte dei fenomeni di invecchiamento, pertanto tutto ciò che ci mantiene giovani la previene: cibi sani, esercizio corretto, mentalità elastica e aperta al nuovo.

Integratori che possono aiutare

  • Elastina: proteina che conferisce proprietà di allungamento e ritorno elastico, organizzandosi in fibre;
  • collagene: proteina resistente e fibrosa formante una matrice flessibile sulla quale si depositano le componenti cartilaginee;
  • glucosamina: svolge un ruolo importante nella formazione delle unghie, dei tendini, della pelle, del fluido sinoviale delle articolazioni scheletriche e delle secrezioni mucose dell’apparato digestivo, respiratorio e urinario; esso è un nutriente fondamentale per il benessere articolare;
  • condoitrina solfato: come la glucosamina solfato, costituisce il substrato per la formazione della matrice di articolazioni sane, viene suggerita per ridurre gradatamente il dolore articolare, contrastare le alterazioni funzionali articolari e per limitare il ricorso ai farmaci anti-infiammatori;
  • MSM (metilsulfonilmetano): l’utilizzo dello zolfo sottoforma di bagni sulfurei è un rimedio molto antico in caso di problematiche articolari, utile poiché lo zolfo viene assorbito attraverso la pelle, innalzando così i livelli ematici di questo minerale. Lo zolfo è necessario per la formazione della cartilagine e per la sua elasticità e flessibilità;
  • acido ialuronico: si occupa di mantenere il grado di idratazione, turgidità, plasticità e viscosità, poiché si dispone nello spazio in una conformazione aggregata incamerando un notevole numero di molecole d’acqua. E’ anche in grado di agire come sostanza cementante e come molecola anti-urto nonché come efficiente lubrificante (es. nel liquido sinoviale) prevenendo il danneggiamento delle cellule del tessuto da stress fisici;
  • vitamina C: gioca un ruolo importante per la formazione del collagene, principale proteina “collante” che tiene insieme il tessuto connettivo e le ossa;
  • manganese: necessario per la normale struttura delle ossa ed stato dimostrato essere di aiuto, in associazione alla glucosamina, condroitina solfato e vitamina C;
  • silicio: una sua carenza determina un rallentamento della formazione di collagene;
  • Nutripuntura (l’agopuntura senza aghi): nutrienti endocellulari che, associandoli con il Liprofase, nutre l’equilibrio delle membrane, ottimizza la polarizzazione di ogni cellula dell’organismo; la Nutripuntura associativa o sequenziale veicola dunque un’informazione che può indirizzarsi, per esempio, ad un’articolazione o ad un osso, la cui funzione dipende da diversi punti dell’organismo, collegati tra loro in maniera gerarchica.

Fiori di bach per il mal di schiena

La schiena non duole solo per fattori fisici che intervengono sul sistema osteoarticolare, ma anche per squilibri emotivi e atteggiamenti caratteriali che portano a eccessiva rigidità. Tale disturbo può manifestarsi più facilmente in un periodo caratterizzato da troppi impegni da gestire. Lo stress accumulato può accadere allora che si scarichi completamente sulla schiena, portando a dolori e contratture muscolari. Questi i Fiori di Bach consigliati:

  • Rock Water: aiuta chi soffre di dolori articolari e rigidità fisica agli arti, al collo, di lombalgia cronica, per la concezione troppo rigida e controllata della vita, di cui rifiuta il lato giocoso. Questo fiore dona flessibilità mentale, apertura, ed elasticità caratteriale. Aiuta a sciogliere la rigidità morale, permettendo di aprirsi con abbandono ai lati piacevoli della vita, sciogliendo in questo modo anche la rigidità fisica;
  • Oak: è il rimedio per chi soffre di dolori alla schiena o alle spalle, o in presenza di cervicalgia, lombalgia, sciatalgia, reumatismi. L’origine si individua spesso in un eccessivo senso del dovere che non permette riposo. L’individuo non si sottrae mai agli impegni e lotta ogni giorno con tutta l’energia possibile, senza concedersi un attimo di tregua. Rigido con sé stesso, auto-esigente, fino allo stremo delle forze. Il rimedio aiuta a capire l’importanza di rilassarsi, di riposare. L’assunzione del rimedio permette di prendersi le meritate pause, addolcendo il senso del dovere;
  • Vine: indicato per dolori articolari e reumatici, rigidità vertebrale dorsale, che insorgono in chi è arrivista, dominatore inflessibile e troppo sicuro di sé. Questo individuo mette la carriera e il potere al primo posto e vive in una condizione di stress continuo, con la paura ossessiva di essere scavalcato. Il rimedio trasforma la volontà di dominio in carisma, in fascino.

Identificare i problemi è il primo passo

Quando la nostra automobile non funziona come dovrebbe, la portiamo in officina per farla riparare e descriviamo il problema al meccanico nel modo più chiaro possibile, riferendo per esempio che fatica a mettersi in moto quando fa freddo o che il motore fa uno strano rumore. Il meccanico a sua volta la esamina con un dispositivo appositamente studiato per rilevarne le prestazioni, grazie al quale potrebbe risultare che la miscela di gas e ossigeno è troppo ricca, che la quantità di scarico è eccessiva o che l’accensione è compromessa da un cavo elettrico logoro. La riparazione si baserà quindi sui risultati dei test e, anche, sul denaro che siamo disposti a spendere. La messa a punto del corpo umano funziona pressoché nello stesso modo. Il primo passo consiste nell’identificazione dei punti deboli, quindi vengono valutate le diverse possibilità per la risoluzione dei problemi e optando per il rimedio che offre i risultati migliori testato sulla persona. Una volta circoscritto il problema, ci si può concentrare su altri aspetti.

L’individualità biochimica

Tutti gli esseri umani hanno in comune la stessa costituzione fisica di base (organi interni, trasmissione elettrica degli impulsi, parti del corpo); le medesime sostanze chimiche circolano nei vasi sanguigni, scatenando innumerevoli processi metabolici. Anche i cinque sensi funzionano all’incirca nello stesso modo: l’intensità dei sensi può essere maggiore o minore, ma di norma tutti gli esseri umani sono in grado di distinguere tra cibi dolci e salati, percepire i diversi ritmi della musica e apprezzare le sfumature di un tramonto. Nel contempo, tuttavia, ogni persona è unica. Uno dei maggiori biologi del ventesimo secolo, Roger Williams, ha coniato l’espressione individualità biochimica. Le caratteristiche biochimiche sono assolutamente uniche in ciascun essere umano e ne determinano la personalità e le modalità di interazione con il mondo circostante.

L’individualità biochimica nasce da una combinazione tra i geni dell’individuo e l’ambiente in cui questi vive (natura e alimentazione); questi fattori svolgono un ruolo fondamentale per lo stato di salute e i disturbi a cui siamo soggetti.

Le soluzioni per ritrovare il benessere 


La chiave di volta per ritrovare il benessere e riportare l’equilibrio è “olistica”, grazie al check up di medicina quantistica si può scoprire, in dettaglio, la o le cause del problema, i punti deboli, e definire un profilo completo sullo stato psicofisico della persona.

Il check up inoltre risulta importante per individuare il rischio di patologie nascenti o di predisposizione genetica, correggere le informazioni scorrette che creano squilibrio e testa i rimedi naturali più adatti alla chimica della persona. Ogni organismo produce una sua chimica, i sintomi sono diversi da persona a persona, come lo squilibrio di informazione dei meridiani e del sistema endocrino e molto altro.

La terapia conseguente viene effettuata da operatori esperti in medicina quantistica e biorisonanza, poiché con questo metodo è possibile agire riequilibrando gli organi interessati, disperdere i sovraccarichi energetici, calmare la mente, tranquillizzare in generale tutto il corpo.

Nel caso dell’artrosi, risulta importante la valutazione di elastina, collagene e tutti i nutrienti in carenza, un altra parte importante riguarda l’acidità dell’organismo (pH), causa riconosciuta di quasi tutte le patologie e disturbi.

Nutripuntura, l'agopuntura senza aghi

Con la Nutripuntura ci poniamo l’obiettivo di fornire quelle informazioni che sono presenti nel corpo umano di ogni individuo già fin dalla nascita e che, per un motivo o un altro, si sono perse nel corso della vita di ognuno di noi.

Ecco dunque, noi facciamo in modo di nutrire nuovamente l’organismo umano offrendo appunto un nutrimento endocellulare, fornendo quindi quelle informazioni che ha perso.

La Nutripuntura si compone di 38 informazioni endocellulari, o mini-pasticche (assunte per via orale e da masticare secondo le sequenze stabilite per due-tre volte al giorno), e il compito affidatogli è proprio quello di fornire direttamente all’organo carente, o ad un settore specifico, le informazioni elettromagnetiche di cui prima e necessarie per attivare, o riattivare, l’autoregolazione naturale.

La loro efficacia, che è precisa come quella degli aghi in agopuntura – ecco perché si chiama Nutripuntura – è immediata per i settori e gli organi che si vogliono andare a sostenere.

L’originalità della Nutripuntura, che la distingue dall’omeo “patia” o dall’organo “terapia”, è che la sua azione non è contro un sintomo o una patologia, ma va a favore delle correnti che regolano la salute dell’organismo.

Favorendo il flusso di un meridiano permette di rinforzare in qualsiasi momento un settore in difficoltà, senza dover attendere un segnale d’allarme (patologia) da parte dell’organismo: agisce preventivamente a sostegno della vita cellulare.

Perfetta sopratutto sulla memoria di un trauma

Il ricordo di un incidente può compromettere la dinamica generale ed essere causa di un profondo squilibrio dell’organismo, causando disturbi di vario genere. Nelle persone che hanno accusato uno shock psicologico o un trauma fisico si è osservato un cattivo inserimento spazio-temporale che spesso le porta ad affermare: “Da quel giorno la mia vita è cambiata”. Ogni volta che l’organismo subisce un trauma fisico (come un incidente d’auto o domestico) le informazioni in circolazione in quel momento restano fissate nella memoria anche a distanza di molto tempo. Spesso i dolori articolari sono il riflesso di un’alterazione dei tessuti, che non ricevono più le informazioni necessarie alla loro autoregolazione. Si può osservare un disorientamento spaziale che si ripercuote sull’organizzazione dello schema corporeo e di conseguenza sulla coordinazione motoria generale. Soprattutto nei bambini, negli sportivi, nelle donne in menopausa e negli anziani, la Nutripuntura sequenziale consente di sostenere l’equilibrio strutturale generale e di rinforzare l’ancoraggio e l’inserimento sul terreno per armonizzare il movimento.

Integratori

Anche in questo caso vengono valutate le carenze, o gli eccessi, e solo in questo modo si può intervenire consigliando gli integratori più adatti.

 
Bibliografia ed altre fonti
  1. Patrick Vèret, Yvonne Parquer, 2007, “Manuale di Nutripuntura Fisiologia e informazione cellulare” – Ed. Tecniche Nuove,p. 240-241;
  2. Prof. Ivo Bianchi, 2011, vol. 1, “Manuale Pratico. Medicina integrativa” – Mos Maiorum Edizioni;
  3. Earl Mindell, 2013, “Come liberarsi dell’Artrite” – Macroedizioni.
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